Merani ammette: «Dean? Lo abbiamo ucciso io e Bacchetta»
E' iniziata l'udienza preliminare. Incidente probatorio davanti al gup, il giovane ha risposto alle domande del Pm Abate. Si replica l'otto aprile
I ragazzi del massacro arrivano in aula. E’ iniziata l’udienza preliminare che vede comparire davanti al gup Giuseppe Fazio, Andrea Bacchetta e Jacopo Merani, i due ventenni che un anno fa assassinarono il minorenne Dean Catic e ne seppellirono il corpo nell’orto della madre di Merani. Ha parlato solo Jacopo, ascoltato con la formula dell’incidente probatorio, scelta dal pm Agostino Abate per acquisire definitivamente le dichiarazioni del ragazzo, che in fase di indagine aveva esplicitamente affermato di aver ucciso il giovane Dean con la piena complicità dell’amico Bacchetta.
Merani ha confermato tutto: «Lo abbiamo ucciso insieme» ha detto, in sostanza, all’udienza che si è svolta a porte chiuse. I suoi legali confermano che non ha fornito un movente: «Non c’è un motivo valido» ha spiegato. Il giovane ha escluso di aver posizionato un coltello da cucina nella macchina con l’intenzione di ammazzare Dean; a suo dire l’avrebbe semplicemente dimenticato in quel punto giorni prima, quando aveva deciso di tagliare una cintura di scurezza mal funzionante. Piuttosto, i tre ragazzi erano andati a fumare nel piazzale del campo sportivo delle Bustecche e lì sarebbe scoppiata una lite, cominciata a pugni e finita a coltellate. La premeditazione viene esclusa da Jacopo nonostante un testimone, un ragazzo amico di entrambi, avesse detto agli inquirenti di aver sentito parlare, la sera prima, di una possibile punizione nei confronti di Dean. Ma in ordine a quale presunto sgarro non è chiaro e, su questo punto, probabilmente si concentreranno in futuro le attenzioni dei magistrati nelle successive fasi processuali.
Merani con il suo racconto si addossa la responsabilità del delitto e smentisce diverse affermazioni fatte in sede di indagine da Bacchetta, il quale si era dipinto come un gregario che eseguiva gli ordini dell’amico.
Jacopo è stato ascoltato fino alle 19 e 30, ma la sua deposizione sarà replicata l’otto aprile, quando sarà interrogato anche dalla difesa del complice, fino a questo momento muto di fronte al giudice.
Gli avvocati Alberto Zanzi e Fabio Ambrosetti hanno presentato un’ulteriore perizia psichiatrica, affidata a uno specialista di Bari, che suggerisce la seminfermità di Jacopo Merani, sulla scorta di due colloqui svolti in carcere, in aggiunta alla già corposa documentazione clinica. Fin da bambino Merani assume stabilmente antipsicotici e proprio su questo punto la difesa ritiene di poter giocare la propria carta difensiva.
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