“Non posso licenziare i vigili, allora restituisco la fascia”
Il dramma dei sindaci del territorio, che non hanno i soldi per coprire i servizi e riconsegneranno le fasce tricolori (le copie) al prefetto di Milano
E’ la storia di un sindaco di montagna, che a causa della chiusura dell’unica fabbrica del paese, non sa più come far fronte alle spese quotidiane della sua comunità, che spiega bene perché i sindaci lombardi hanno deciso di restituire la fascia tricolore. Arriva da Dumenza, dove Corrado Moro sta combattendo da mesi con i numeri del bilancio. La Torcitura Valdumentina, – questo il nome della fabbrica – garantiva al piccolo paese, mille e quattrocento abitanti – un entrata certa di bollette e Ici.
Poi è arrivato il taglio dell’Ici deciso dal governo, infine ha chiuso la fabbrica. Niente tasse, e niente bollette, con anche gli arretrati del periodo in cui la ditta era in crisi: «Ci dovremo inventare qualcosa – spiega Moro – perché non posso certo licenziare i quattro dipendenti comunali». Già, perché i soldi, adesso, bastano appena per pagare quei 4 stipendi e i servizi di base. Ma le manutenzioni vengono ridotte e in un paese di montagna, sottoposte a frane e agli elementi atmosferici, sono essenziali.
Moro ne ha parlato tempo fa con Fabio Binelli, l’assessore all’urbanistica del comune di Varese, il capoluogo, dove quest’anno, il bilancio è davvero risicato e, secondo Binelli, si chiude solo grazie agli oneri di urbanizzazione (che normalmente dovrebbero servire per fare opere, non per tappe buchi di cifre).
Ma è possibile andare avanti così? «Chiudere i bilanci con gli oneri di urbanizzazione, significa istigare le amministrazioni a far costruire di più» osserva l’assessore leghista.
La protesta di Milano è oggettivamente contro la politica del governo che ha tagliato i trasferimenti, tolto l’Ici, fissato un patto di stabilità che impedisce investimenti a chi ha i soldi per farli. Ma i sindaci leghisti osservano che è coerente con il federalismo e che se la Lega avesse più potere il territorio ci guadagnerebbe.
Bisogna dire che, per una strana alchimia della politica, la marcia dei sindaci non è percepita come una protesta anti-governo, quanto piuttosto anti-centralistica, tanto che la guida Attilio Fontana, e che trova l’appoggio dell’Anci Nazionale guidato da Sergio Chiamparino del Pd.
«Restituisco la fascia perché così non va» dice Fontana, che guiderà i sindaci lombardi giovedì 8 aprile alle 11. La consegneranno, per protesta, nelle mani del Prefetto di Milano. Attilio Fontana, sindaco di Varese, è presidente di Anci Lombardia: «E’ una protesta sacrosanta perché i tagli negli ultimi dieci anni sono stati sempre più corposi e siamo arrivati a non poter più erogare servizi essenziali». Fontana ricorda che non ci sono, quest’anno, i soldi per dare il fondo di non autosufficienza a diversi anziani che ne avrebbero diritto. E che solo alla Lombardia sono stati tagliati 20 milioni di euro di contributi del fondo politiche sociali, mentre alla città di Roma sono stati “regalati” 80 milioni per pagare i suoi debiti. «Mi dicono che non si può far fallire un comune, e invece io rispondo che bisognerebbe prorpio farlo fallire – osserva Fontana – così i cittadini si renderebbero conto di come spendono o soldi i propri amministratori – conclude il primo cittadino – il federalismo è anche insegnare ai politici come spendere i soldi responsabilmente e spero che presto sia attuato».
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