Mamme imprenditrici sfidano la crisi
L'idea innovativa è quella del negozio itinerante, che si muove da uno spazio all'altro: una terza via tra il tradizionale spazio commerciale e l'attività ambulante
Le mamme imprenditrici sfidano la crisi con un’idea originale: tra un negozio e l’attività ambulante,
trovare una terza via, quello dello "shop itinerante". L’esperienza, segnalataci da un lettore, si chiama "Begrace" ed è nata da tre donne, Grazia Bensi, Grazia Guenzani e Michela Rossi, alla ricerca di una attività che consentisse di conciliare lavoro, figli ed espressione creativa. Si sono messe alla prova con un’attività di moda per bambini, unita ad una rete commerciale molto particolare: quella del negozio itinerante, che si muove da uno spazio all’altro. «L’idea di Begrace – spiega Grazia Bensi – è nata da me e da Grazia Guenzani, appassionate di moda e di shopping. Abbiamo approfittato dell’opportunità data da una mia zia, proprietaria di un laboratorio di stilista industriale, che ci ha proposto di produrre una piccola linea di abbigliamento per bambini in filato. Un’inizio molto casalingo». Sono partite in due: entrambe mamme di due figli, lavoravano una in uno studio di commercialista, l’altra nel settore dell’igiene alimentare e della certificazione. «Poi si è aggiunta la terza socia, Michela Rossi e a marzo 2009 abbiamo costituito la società». Begrace, nel senso di "essere grazia", ma anche (letto in italiano) "due volte Grazia", visto che così si chiamavano le prime due socie.
«Non volevamo un negozio, perché rappresentava un costo fisso e richiedeva tempo per essere gestito. E così – continua Grazia Bensi – ci
siamo inventate lo shop itinerante: abbiamo iniziato utilizzando negozi e spazi di conoscenti, poi di qui abbiamo iniziato a girare per altre piazze». Da Gallarate sono andate a Varese, ma hanno proposto le loro "vendite temporanee" anche in altre zone di Lombardia. Anche la scelta degli spazi rappresenta un’altra curiosità, visto che oltre a qualche negozio di abbigliamento, ad ospitare le vendite sono anche negozi d’arredamento e saloni di bellezza, persino uno showroom al Salone del Mobile. «Le nostre vendite, che durano in media due o tre giorni, si trasformano in un’occasione di richiamo, sono viste anche come una curiosità. Diciamo che spesso diventa un vantaggio anche per chi ci ospita». (nella foto, una vendita con l’attore Massimo Bulla come ospite e animatore delle attività per bambini). Tra le prossime "vendite temporanee" quella a Varese, da Christel, che avrà anche una finalità sociale, visto che una parte dell’incasso sarà devoluto al Ponte del Sorriso.
Attenzione però: le vendite temporanee (nella foto, all’interno di un centro estetico) rappresentano solo l’aspetto curioso di quella c
he è una vera attività imprenditoriale di produzione. «Oltre all’aspetto fiscale, abbiamo dovuto imparare a gestire la produzione delle collezioni, senza che ne sapessimo alcunchè prima, dal momento che lavoravamo in altri settori». Dal disegno dei capi per bambini a vederlo realizzato e confezionato il passo non è breve. Paradossalmente, la scelta di lanciarsi in un’attività produttiva in un periodo di crisi si è trasformata in un vantaggio: «Nei primi tempi, quando abbiamo iniziato, abbiamo avuto più difficoltà. Oggi le aziende hanno bisogno di lavorare e non disdegnano anche produzioni quantitativamente limitate come sono le nostre». L’idea dello shop itinerante si è dimostrata vincente, tanto che Begrace dal prossimo autunno-inverno diventerà anche rivenditore di alcuni marchi conosciuti nella moda per bambini.
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