Cellule staminali, una speranza per il futuro della ricerca

Il responsabile della ricerca del Biocell Center commenta i risultati dello studio dell'Università Keio di Tokio sulle cellule prelevate dalle cellule amniotiche

Nei giorni scorsi, sulla rivista scientifica Circulation Research è stato riporto lo studio della Keio University School of Medicine di Tokyo in cui si afferma che la capacità delle cellule staminali mesenchimali umane derivate dalla membrana amniotica hanno capacità superiori di convertirsi in cellule del muscolo cardiaco rispetto alle cellule mesenchimali ricavate dal midollo osseo o dal grasso.
Questa nuova fonte di cellule staminali può riformare le cellule del muscolo cardiaco e contribuire a riparare i danni cardiaci meglio delle staminali finora utilizzate per lo stesso scopo. I primi risultati sono stati forniti da test condotti sui topi e hanno messo in evidenza che la funzionalità cardiaca dei ratti sottoposti all’esperimento è migliorata dal 34 al 39% due settimane dopo l’inizio del trattamento, e che le cellule cardiache ricreate con le staminali mesenchimali da membrana amniotica sono sopravvissute per più di 4 settimane senza essere rigettate anche senza l’uso di farmaci immunosoppressori.
 
«Come dimostra la notizia di agenzia riguardante uno studio dell’università di Tokyo e pubblicato su Circulation Research, le cellule staminali amniotiche rappresentano un’importante speranza per il futuro della ricerca» ha dichiarato, leggendo la notizia, il dottor Renato Colognato, responsabile Ricerca & Sviluppo di Biocell Center : «La capacità delle cellule staminali mesenchimali umane derivate dalla membrana amniotica hanno capacità superiori di convertirsi in cellule del muscolo cardiaco rispetto alle cellule mesenchimali ricavate dal midollo osseo o dal grasso».
 
«Biocell – spiega il dottor Colognato – è impegnato da anni nello studio di cellule mesenchimali da liquido amniotico, detenendo il primato mondiale per la crioconservazione di questa componente cellulare. Proprio recentemente, in accordo con l’Università di Harvard, hanno preso il via nella nostra filiale di Boston, progetti di ricerca finalizzati alle applicazioni nel campo della retinite pigmentosa e della ricostruzione di ossa e cartilagini». Le ricerche si svolgono in collaborazione con i maggiori Istituti Italiani tra cui l’Istituto Ortopedico “Galeazzi” di Milano, il Dipartimento di Genetica Medica del Policlinico Tor Vergata di Roma, il Policlinico di Milano e l’Istituto Neurologico “Carlo Besta” di Milano. Questo dimostra che il nostro Paese è all’avanguardia in questo particolare campo di ricerca».
 
«Credo fortemente – conclude il dottor Colognato – che le staminali contenute nel liquido che circonda il feto costituiscano un patrimonio importantissimo: conservarlo non comporta alcun rischio e significa salvaguardare il futuro dei propri figli».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Giugno 2010
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