Cooperazione e innovazione priorità per l’impresa

Il giornalista Gianfranco Fabi intervista Giuseppe De Rita, presidente del Censis, all'assemblea generale di Univa a Malpensafiere

«Mi ha colpito una cosa, che forse fa scandalo: non c’è nessun riferimento al territorio, in una provincia leghista». Il professor Giuseppe De Rita, presidente del Censis, esordisce con una provocazione. Sarà che di fronte ha il ministro dell’Interno Roberto Maroni e oltre mille imprenditori del Varesotto, ma la metamorfosi invocata da Michele Graglia, presidente degli industriali varesini, non ha confini: riguarda il locale come il nazionale e soprattutto non ha attori privilegiati, in quanto tutti sono chiamati al cambiamento. Compreso il professore.
Il giornalista Gianfranco Fabi, direttore di Radio24, raccoglie la provocazione e rilancia la la questione territoriale riguardo alla competitività. «Vista da Roma la provincia è un’emblema – osserva De Rita – . Di certo oggi non c’è più la competizione con il mio vicino, ma la cooperazione anche perché la strategia d’impresa non la fa la dimensione e nemmeno la banca che ci sta dietro. E’ la capacità strategica della mia cultura che fa l’impresa».
Vengono proiettati i filmati con le testimonianze di alcuni imprenditori e manager . Adriano Zuccalà, direttore generale di Vibram, azienda leader nella produzione di suole per scarpe, spiega le ragioni del successo dell’azienda di Valdarno, e Carlo Gallazzi quelle di Linea Dori srl di Solbiate Arno. Entrambi fanno leva su un tema importante: l’innovazione.  «Un tempo era qualcosa che si identificava nella tecnologia – spiega Gallazzi -. Oggi l’innovazione deve coniugare tecnologia con  ecosostenibilità e aspetti sociali per raggiungere nuove forme di visibilità. Noi lavoriamo fibre naturali e l’innovazione è legata ad un processo di sostenibilità. Facciamo studi e ricerche su fibre particolari come il bambù e la canapa. Credo anche che in questo processo il modello cooperativo aiuti. Noi in provincia di Varese abbiamo un consorzio».
«Lei immaginava che a Varese si producesse biancheria intima con la fibra di Bambù?» chiede Fabi a De Rita. «Non mi meraviglio – risponde il direttore del Censis -. L’innovazione non è solo un obbligo, ma un modo di guardare le cose».
Sugli italiani ci sono molti luoghi comuni, tra questi anche la capacità di adattamento.  «L’italiano medio ha qualche cosa in più, che è l’uscita dal puro adattamento – precisa De Rita -.  Oggi l’imprenditore è uno che governa la contingenza ed è quindi più moderno di chi fa le sintesi».
Tra i cambiamenti importanti ci sono quelli organizzativi. Per Mauro Medici, testimonial di Tenova (divisione Pomini) l’innovazione è «la testa delle persone», cioè l’attitudine piuttosto che la tecnologia, che invece si puo’ comprare dappertutto. 
Il tema della leadership, in un sistema di imprese dove il fenomeno di successione imprenditoriale è piuttosto spiccato, è un tasto delicato e di grande interesse per la platea di Malpensafiere. «Se restassimo un sistema di piccole imprese non ci sarebbero grossi problemi – dice De Rita -. Se invece le piccole e medie imprese cominciano a crescere, allora il problema diventa più complesso, perché è difficile individuare leadership e deleghe. Quindi la formazione diventa strategica. Ciò che noi non sappiamo fare è l’organizzazione. La vita collettiva è fatta di procedure, ma nel momento in cui fai complessità organizzativa, crei situazioni nuove di atteggiamento e di comportamento che non sai regolare e le procedure non bastano. Siamo un’armata bracaleone fortissima».
La cooperazione tra imprese puo’ rientrare nelle nuove forme di organizzazione  e  aiutare le stesse a uscire dalla loro dimensione. Di solito se ne parla molto sulla carta, ma la testimonianza di Cesare Cerana, imprenditore tessile, dimostra che è concretamente possibile, soprattutto se il matrimonio garantisce una successione a chi non ce l’ha. «Bisogna fare coesione tra aziende -spiega l’imprenditore tessile – per evitare la concorrenza. La nostra esperienza è stata fatta con un’altra azienda specializzata in tintoria».
La parola via video passa infine agli studenti dell’Isis Newton di Varese e al preside Giuseppe Carcano. «Ai ragazzi piace l’alternanza scuola lavoro – dice il dirigente scolastico –  e le visite aziendali sono uno squarcio sul loro futuro. Credo che lo studente non possa non pensarsi come un innovatore».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Giugno 2010
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