False dichiarazioni dei redditi e regolarizzazioni, manette per un varesino
Il titolare di un avviato studio da commercialista usava anche i documenti dei suoi clienti per creare false dichiarazioni dei redditi, con cui avviava illecitamente l'iter in base alla legge sull'emersione di colf e badanti
C’era anche un residente della provincia di Varese fra i tre arrestati al termine di due indagini separate, ma affini per metodo e tematica, condotte della Squadra Mobile e dall’Ufficio Immigrazione della Questura di Novara. Si era partiti dalle segnalazioni dello Sportello per l’immigrazione presso la Prefettura di Novara. Si producevano infatti false dichiarazioni dei redditi con le quali si regolarizzava la posizione di stranieri extracomunitari: ed era proprio il "varesotto", un cinquantenne ragioniere titolare di uno studio da commercialista ben avviato a Milano, sequestrato a seguito dell’indagine, a fare la parte del leone con circa 200 false dichiarazioni contestate dalle forze dell’ordine. Gli stranieri pagavano 1500-2000 euro all’avvio di pratiche che credevano in regola, e altri 2000 circa alla chiusura, ma c’è chi alla polizia ha raccontato di averne pagati anche 7000. Cifre molto ingenti per queste persone, va da sé. Tutti risultavano ignari del carattere illecito di quanto facevano gli arrestati: in più di trecento sono stati quindi di fatto raggirati. Ingente quindi il giro d’affari illecito dell’uomo.
Italiani in difficoltà economiche e pertanto compiacenti si fingevano datori di lavoro in cambio di un migliaio di euro, o anche meno, per avviare il meccanismo illecito con cui si sfruttava la cosiddetta legge sull’emersione (decreto legge 78/2009, poi convertito con modifiche nella legge 109/2009), mirata soprattutto a favorire la regolarizzazione delle collaboratrici domestiche (colf, badanti), violandone però le disposizioni. Quando gli italiani compiacenti non si trovavano più, il commercialista-ragioniere non avrebbe esitato a servirsi dei documenti di ignari clienti della sua attività regolare; sembra, persino di quelli di parenti stretti.
Fortunoso l’arresto del varesino, che stava accompagnando presso la Questura di Novara una delle sue "teste di legno" che recava un CUD falso. Le false dichiarazioni risultano comunque distribuite oltre che a Novara a Varese, Milano, Lodi. Alla forze dell’ordine l’uomo ha raccontato di aver iniziato per un suo cliente, un ristoratore che impiegava del personale irregolare.
Alla fine in manette sono finiti in tre. Oltre al "varesotto", che è stato l’ultimo arrestato e ora ha l’obbligo di dimora, una settimana prima erano caduti nella rete delle forze dell’ordine due novaresi, che poi è risultato, non avevano a che fare direttamente con il commercialista-ragioniere; operavano su scala più ridotta, "solo" una ventina le false dichiarazioni loro contestate.
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