“Per tornare alla normalità, la priorità è il lavoro”
Intervista al sindaco, Francesca Brianza, sul caso della famiglia che dorme davanti al Pratone
La crisi morde, e il caso della famiglia albanese che dorme per strada accanto al famoso parco del Pratone a Venegono Superiore è una delle storie – tra le più drammatiche – della crisi che colpisce il varesotto. Ma c’è una soluzione da parte delle istituzioni, c’è la possibilità di fare qualcosa, e cosa, per ripristinare la normalità in questa famiglia? L’abbiamo chiesto al sindaco di Venegono Superiore, Francesca Brianza.
Innanzitutto: questa storia è nata dopo che il padre ha perso il lavoro in una cooperativa che lavorava per il comune. Può dirci come è andata?
«Lui lavorava per la cooperativa che aveva in gestione la piattaforma ecologica del nostro comune, con la quale abbiamo avuto gravi problemi di gestione. Ora questa ditta non lavora più con noi: con l’anno nuovo abbiamo fatto un nuovo bando che prevede la gestione della piattaforma per i due comuni di Venegono Superiore e Inferiore, un bacino di 14mila abitanti, insomma un contratto e dei servizi completamente diversi».
Ma questa nuova azienda non ha assunto i lavoratori precedenti?
«Ci sono stati dei contatti con la nuova azienda. Ha fatto anche un colloquio con loro, solo che stanno ancora valutando. Quando li abbiamo risentiti non avevano ancora delle disponibilità. Morale: noi quello che potevamo fare abbiamo fatto, ora la decisione sull’assunzione spetta alla nuova azienda».
E per quanto riguarda la casa?
«Quella è la parte più difficile: Venegono Superiore ha alcune case comunali. Al momento però di alloggi liberi non ce ne sono, e considerato che chi le occupa adesso è in situazioni limite, simili alle loro, non è nemmeno possibile “sfrattarli”. Su questo fronte, quindi, non abbiamo possibilità alternative. Però abbiamo messo a disposizione delle somme per i minori, che verranno tutelati in ogni modo».
Non ci sono problemi o difficoltà da parte vostra dunque, a parte quella oggettiva di trovare una soluzione al problema
«Assolutamente no. Con lui, in particolare, siamo assolutamente in contatto: anche questa mattina è venuto in comune, ha parlato con l’assessore ai servizi sociali e con gli assistenti sociali.
Tra l’altro tengo a precisare che non stanno “occupando il pratone”: non hanno assolutamente occupato alcuno spazio pubblico e non hanno intenzione di farlo. Sono perfettamente consapevoli della situazione».
Qual è la soluzione possibile?
«Purtroppo si avrà soltanto quando verrà risolta la sua situazione lavorativa: nel momento in cui una persona riesce a reinserirsi nel mondo del lavoro poi tutto il resto si risolve da solo. Tutto passa da un posto di lavoro regolare, per dare dignità alle persone che hanno voglia di fare e di inserirsi nella comunità. Come è il loro caso, tra l’altro: parliamo infatti di una persona volenterosa, capace, disponibile. Da questo lato penso possa fare qualunque tipo di lavoro gli venga affidato. Il peccato è che questo succede in un momento economico difficile per tutti, e per quanto ci siano buone volontà, è difficile metterle in pratica. Ma per tornare in una condizione di normalità, la priorità è assolutamente il lavoro».
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