Riportiamo le fontanelle in città

Un tempo erano diffusissime, oggi sono quasi scomparse e per dissetarsi non rimane che andare nei bar e pagarsi l'acqua. E così a Gallarate Sinistra e Libertà propone un piano-fontanelle

Un tempo nelle città c’erano le fontanelle. Ma oggi l’acqua non si beve più accostandosi dai rubinetti d’ottone, l’unica alternativa – quasi sempre – sono i bar o i locali. Quelle verdi di Milano – che i meneghini doc chiamavano vedovelle, in ricordo dell’originale colore grigio scuro – sono un’istituzione, presidiavano gli angoli delle strade e diventavano piccoli punti di ritrovo: per il fruttivendolo e il verduraio, per chi aveva appena mangiato con gusto un gelato, per chi doveva semplicemente dissetarsi. Ma anche la provincia si difendeva, quasi in ogni piazza dei paesi e delle città ce n’era una a disposizione, mentre oggi sopravvivono quasi solo nei parchi.
E così c’è chi (proprio il Comune di Milano) si è mosso per fare un censimento da mettere a disposizione, mentre molte amministrazioni si sono mosse con le più pretenziose “case dell’acqua”. A Gallarate invece Sinistra e Libertà ha proposto direttamente un micro-piano per dotare il centro storico e i rioni periferici di nuovi punti-acqua, «tenendo conto dei luoghi più frequentati e della vicinanza di scuole e giardini pubblici». La consigliera Cinzia Colombo ha presentato una mozione, che sarà discussa in consiglio comunale: «Abbiamo già qualche proposta su possibili punti: in piazza Libertà, nel parchetto di via Pegoraro a Cascinetta e di via Rovereto a Cedrate, nel parco giochi di via Trombini e di via Bergamo a Sciaré, nella nuova piazza di Arnate, in Boschina». E per evitare sprechi d’acqua, meglio usare quelle a pulsante.


Proposta semplice e non onerosa, dicono, «certo non rivoluzionaria». Anche se a ben vedere non è poi così banale, nelle città in cui gli spazi sono progettati a misura di auto e si cerca di evitare che le persone stiano all’aperto, se non dove esistono luoghi dove consumare, di solito in limitate zone del centro storico. Non c’è bisogno di ricordare i sindaci (soprattutto nel nord-est) che hanno eliminato le panchine per togliere un luogo di ritrovo agli stranieri o ai ragazzi, per timore che facciano rumore. Insomma: anche le fontanelle possono disegnare la città del futuro. Sarà libera e gratuita, o chiusa e a pagamento?

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Giugno 2010
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