Tumore al seno, la parole alle donne
A Villa Porro Pirelli il gotha della senologia internazionale, all’Università dell’Insubria parlano medici, pazienti e volontari. Perché scienza e cultura vanno a braccetto. E formano un cocktail di guarigione vincente
«Buongiorno, sono Adele Patrini e ho avuto il cancro due volte, nel 1997 e nel 2005». Energia e bellezza da vendere, un vulcano di idee, parole ed entusiasmo: di lei diresti tutto, tranne che sia una donna che ha lottato e lotta contro il cancro al seno. Ma sta proprio in questo cocktail tra intelligenza, cultura, sensibilità, determinazione e cure mediche che si guarisce da questa malattia. Lo hanno dimostrato il Centro di Ricerche di Senologia dell’Ospedale di Circolo di Varese e il C.A.O.S. – Centro di Ascolto Donne Operate al Seno Onlus che questa mattina che si sono riunite nell’Aula Magna dell’Università degli Studi dell’Insubria per una giornata satellite alla Summer School appena conclusasi a Villa Porro Pirelli di Induno Olona.
Della Summer School ha parlato con orgoglio Renzo Dionigi, rettore dell’Università degli Studi dell’Insubria nel suo intervento: «Il simposio ha visto riuniti più di 250 partecipanti esperti in senologia provenienti da tutto il mondo, tra cui Umberto Veronesi e gli oncologi del Memorial Sloan Kettering di New York, il centro di senologia più importante al mondo». Ma soprattutto il professor Dionigi ha sottolineato l’eccellenza della Città giardino in materia di senologia: «Oggi il nostro Centro di Ricerche e il Centro di Senologia hanno raggiunto un’altissima specializzazione. Otto anni fa il 30% delle donne varesine con il carcinoma mammario andavano a curarsi altrove, oggi i numeri sono altamente diminuiti. E vogliamo azzerarli».
Dell’esperienza varesina hanno parlato anche la genetista dell’Ospedale di Circolo Mariagrazia Tibiletti e Francesca Rovera, chirurgo dell’Ospedale varesino e organizzatrice della Summer School: «E’ stata una due giorni che ci ha trasmesso conforto e speranza. Conforto perché nel nostro piccolo nel nostro modo di lavorare non differiamo dal Memorial Sloan Kettering di New York. E speranza perché se verranno confermati i risultati degli studi di laboratorio presentati possiamo sperare in grandi progressi nella cura».
Cura che un insieme di tanti saperi, il frutto di una pensata comune, ha spiegato Adele Patrini, anima di C.A.O.S: «Le donne hanno un sacco di cose da fare. Le dobbiamo rimettere in pista. La cura è un cocktail tra scienza e cultura: a guarire non è solo la medicina, ma sono anche le informazioni e la condivisione. Al Centro di ascolto strutturiamo proprio questo cocktail e lo facciamo noi, cioè donne che dal tunnel sono uscite. Perché nel 90% dei casi dal tumore alla mammella si guarisce, con la diagnosi precoce e con la cura». Un gioco di squadra che ormai la medicina scientifica recepisce pienamente tanto che, ha continuato Adele Patrini «oggi la multidisciplinarietà e la voce del paziente hanno un posto anche nella stanza dei bottoni, là dove si decidono i protocolli di cura». E proprio alla fine dell’incontro di oggi il Centro di Ricerche di Senologia dell’Ospedale di Circolo e C.A.O.S. elaboreranno un documento che presenteranno alla FONCAM, la Forza Operativa nazionale sul Carcinoma Mammario, creatura di Umberto Veronesi oggi diventatati il più importante punto di riferimento in Italia per medici e pazienti nella cura al cancro della mammella.
Alla giornata è intervenuto anche il sindaco di Varese Attilio Fontana: «Un doverso omaggio al coraggio delle donne – ha detto Fontana – alla loro tenacia e alla loro determinazione, sicuramente maggiori di quelle di noi uomini, grazie alle quali sono riuscite ad affrontare e combattere questa malattia».
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