
Belle spiagge si specchiano in un’ acqua sporca
È stato illustrato il monitoraggio dei realizzato da Legambiente con “Goletta dei laghi”, la campagna nazionale d’informazione scientifica sullo stato di salute dei bacini lacustri
Tanti bei lidi che si specchiano in un acqua lurida. È il paradosso fotografato dal monitoraggio dei nostri laghi realizzato da Legambiente con “Goletta dei laghi”, la campagna nazionale d’informazione scientifica sullo stato di salute dei bacini lacustri, realizzata con il contributo del COOU (Consorzio Obbligatorio Oli Usati).
Una situazione drammatica dovuta in gran parte allo stato delle acque che gli immisari sversano nei laghi. Torrenti e fiumi inquinati che alimentano i veleni nelle acque: ad oggi, secondo le analisi di Legambiente, il più grande nemico dei laghi di Varese, Ceresio, Verbano e Maggiore sono i sistemi di depurazione.
Inefficienti, frammentati, insufficienti: la depurazione è la grande falla ecologica della Provincia. E parte della responsabilità, più che altro per omissione, è attribuita dall’associazione ambientalista all’Aato della Provincia di Varese per non aver intrapreso un percorso serio di risanamento delle acque e per non aver avviato un coordinamento tra i diversi enti territoriali per il controllo e il monitoraggio dello stato delle acque.
Sono dieci i punti critici messi a fuoco in questa quarta tappa di “Goletta dei laghi”. Sulla sponda lombarda del lago Maggiore risultano fortemente inquinati 4 punti: alla foce del torrente Acquanegra a Ispra, del Boesio a Laveno, del Ballarate a Leggiuno in località Sasso Moro e del Bardello a Brebbia. Risultano inquinati i punti alla foce del torrente Luina a Luino e quella del torrente Monvallina a Monvalle.
Tre i punti fortemente inquinati individuati nel Ceresio: alla foce del torrente Telo a Osteno (Co), lo scarico presso il lungolago Ungheria a Lavena Ponte Tresa e la foce del Rio Bolletta a Porto Ceresio.
Preoccupante la situazione di uno sversamenteo sul lago di Varese individuato sul lungolago di Biandronno, una vera e propria fogna a cielo aperto sul quale Legambiente chiede l’intervento immediato delle autorità.

A fronte di una situazione allarmante i tecnici di Legambiente puntano il dito in direzione dei sistemi di depurazione e delle infrastrutture fognarie dei paesi lungo il percorso idrico che porta al lago. «è imbarazzante vedere come di fronte ad un problema così importante – spiega Barbara Meggetto, portavoce di Goletta dei laghi – il rimpallo di responsabilità tra le società di gestione dei depuratori, gli enti locali, le comunità montane e l’Aato, sia in merito agli investimenti per l’adeguamento degli impianti che per il completamento dei collettamenti fognari, continua a persistere e a non trovare una sintesi adeguata. Siamo preoccupati della lentezza con cui si affronta una tematica così delicata. Ci chiediamo cosa succederà quando a breve gli Aato cesseranno di esistere inaugurando una stagione di incertezze che non aiuterà a risolvere il problema. Quali saranno le risorse, gli impegni e la tempistica per rispettare le direttive europee in materia di depurazione e qualità delle acque?»
Insomma, il problema sembra essere proprio di carattere strutturale e infrastrutturale – secondo quanto emerge dal report – dovuto alla mancanza di un coordinamento e di adeguati investimenti. Inoltre gli interventi necessari riguardano parti delle città non immediatamente visibili e percepibili dai cittadini e il risultato è che tra l’ammodernamento del sistema fognario e l’abbellimento dei luoghi turistici che si affacciano sul lago, molte amministrazioni preferiscono puntare sul secondo. Una scelta che paga nell’immediato ma compromette il futuro. E il risultato è quello denunciato da Legambiente: Tanti bei lidi che si specchiano in un acqua lurida.
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