La nuova finanziaria taglia sui servizi ai disabili, associazioni in rivolta
Due clausole potrebbe togliere l'assegno di accompagnamento a migliaia di portatori d'handicap, in programma il 7 luglio una manifestazione di protesta
Tra i tanti tagli previsti dalla nuova manovra finanziaria, ce ne sono alcuni che preoccupano i portatori d’handicap e le loro famiglie. Sono modifiche alla legge quasi secondarie, sembrerebbero dettagli linguistici, eppure le conseguenze potrebbero essere gravi.
Innanzitutto l’indennità di accompagnamento, che è l’assegno che viene richiesto dal disabile che non vuole vivere in una struttura sanitaria ma vuole provare a lavorare o comunque a vivere con la sua famiglia, sarà concessa solo a chi soffre di un’invalidità superiore al 75%, ma solo se quell’invalidità fosse provocata da una patologia singola. Chi è "sfortunato" e cioè chi soffre di due patologie contemporaneamente, dovrà raggiungere quota 85% per avere l’assegno. Una clausola abbastanza confusa e quasi contraddittoria.
Ma ciò che preoccupa di più le famiglie è una parola aggiunta al criterio di valutazione, un criterio che dovrà adottare la commissione sanitaria che concede o meno gli assegni. Se prima bastava non essere in grado di svolgere gli atti elementari della quotidianità (mangiare, bere, vestirsi e camminare), oggi sarà necessario non essere in grado di svolgere "il complesso degli atti elementari della quotidianità". Chi sa vestirsi e mangiare, ad esempio, potrebbe non avere l’assegno. Chi è affetto da sindrome di Down, che può vestirsi ma magari non sa nemmeno chi sia o dove si trovi, non avrà l’assegno. Secondo alcune interpretazioni anche chi lavora potrebbe non avere l’assegno.
Per questi motivi le associazioni di rappresentanza dei portatori d’handicap, e delle loro famiglie, hanno in programma una protesta in piazza Monte Citorio, per il 7 luglio. "Si tratta della peggiore aggressione nella storia repubblicana alle politiche sociali di inclusione delle persone con disabilità – rimarca Pietro Barbieri, presidente della FISH (Federazione Italiana Superamento Handicap) – Siamo fuori da ogni garanzia costituzionale." "Non staremo a guardare – incalza Giovanni Pagano, presidente della FAND (Federazione Associazioni Nazionali Disabilità) – Saremo in piazza il 7 luglio per far sentire ancora una volta la nostra voce."
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