Mazzette all’agenzia delle entrate, l’inchiesta si allarga
L'uomo arrestato era sindacalista e rilasciava interviste mostrandosi preoccupato per gli accertamenti fiscali. Il gip: "Una sfacciataggine sconcertante"
Tre arresti in cinque mesi, l’Agenzia delle entrate di Varese non attraversa un momento felice, mentre i vertici dell’ente di Milano agiscono contro i funzionari infedeli con il licenziamento. La procura ha indagato sui singoli episodi, ma starebbe svolgendo accertamenti più ad ampio raggio sugli uffici di via Frattini. Nicolò Giuca, il funzionario di 38 anni arrestato la settimana scorsa dopo aver intascato una mazzetta di 2.500 euro ha risposto alle domande del pm Agostino Abate. L’uomo si è mostrato collaborativo. Ma gli sono state rivolte anche diverse domande sui ruoli e sul funzionamento degli uffici. L’indagine è top secret: l’arresto di Giuca non ha relazione diretta con gli arresti di Massimiliano D’Errico e Vincenzo Mercadante, i due funzionari dell’accertamento alle imprese arrestati a febbraio. Tuttavia la modalità della concussione è la stessa, un accordo truffaldino per evitare un accertamento e trarne profitto personale.
E’ il giudice delle indagini preliminari Giuseppe Fazio a lasciare intendere che potrebbe non essere finita qua, quando nell’ordinanza di custodia cautelare dice chiaramente che la permanenza in carcere serve anche per non inquinare le prove: «E’ indispensabile evitare che le indagini in corso siano rese vane dalla concreta possibilità che l’indagato, per sua stessa sostanziale ammissione ben inserito nel sistema di corruttela che, purtroppo, sta emergendo nella sede varesina dell’agenzia delle entrate, possa mantenere i contatti con gli eventuali complici, concordare versioni di comodo o faccia sparire ulteriori prove, anche documentali, della sua responsabilità».
Il giudice sottolinea inoltre come la mazzetta intascata dal funzionario sia un fatto «oggettivamente molto grave, soprattutto perché realizzato nonostante negli stessi mesi altri funzionari della medesima sede provinciale fossero stati oggetto di indagini preliminari e fossero stati sottoposti a misure cautelari domiciliari».
E’ questo un altro aspetto che stupisce i magistrati, fino quasi al limite dell’indignazione. Nonostante sia chiaro a tutti che vi siano indagini in corso, c’è ancora chi prende mazzette. Lo fa anche chi, come Giuca, è persino sindacalista e in questa veste, a settembre, quando si paventa il trasferimento di organico da Gavirate a Varese, il funzionario si fa intervistare dalla stampa locale mostrandosi preoccupato per la qualità dei servizi offerti ai cittadini. «Le pratiche verranno comunque spostate a Varese col rischio di condoni striscianti perché sono a rischio i termini per l’accertamento» confessa nell’intervista. Aggiungendo che le nuove disposizioni che limitano i controlli su grandi cifre nelle agenzie territoriali potrebbero – addirittura – mettere a rischio il contrasto all’evasione fiscale. Belle parole, che suscitano nel gip Fazio un commento molto duro contenuto nell’ordinanza. «La condotta tenuta dall’indagato è stata caratterizzata da un’improntitudine e da una sfacciataggine francamente sconcertanti; tanto più che Giuca ha ….anche in veste di rappresentante sindacale della locale agenzia delle entrate e si fregia della laurea in giurisprudenza».
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