Varesini a Superga. Nel nome di Franco Ossola
Lunedì sera i biancorossi debutteranno nella serie cadetta contro i granata. La storia unisce nel dramma le due città. Sull'aereo che nel '49 si schiantò sul colle di Superga c'era anche il calciatore varesino. Una delegazione di tifosi porterà un gagliardetto da deporre sul luogo dello schianto
Il Varese festeggia il ritorno nel calcio professionistico che conta iniziando il campionato lunedì sera a Torino, ospite dei “granata”, la cui grande storia, che ha conosciuto tragiche pagine, è stata scritta anche da un varesino doc, Franco Ossola.
La rivalità sportiva divide le due squadre, ma le unisce da sempre il dramma di Superga, dell’aereo che il 4 maggio 1949 riportava a casa il Grande Torino e si schiantò contro il colle. A bordo c’era anche Franco Ossola, che di quella squadra era un punto di forza.
La nostra città ha dedicato a Franco lo stadio di Masnago, alla città e allo sport nazionale la famiglia Ossola avrebbe dato due altri campioni, Cicci, calciatore di Varese, Roma, Mantova, e Aldo, cestista di fama internazionale nelle file della mitica Ignis.
A Torino andranno parecchi tifosi biancorossi, una delegazione porterà un gagliardetto da deporre a Superga, ma già si progetta qualcosa di speciale per la partita del girone di ritorno a Masnago. Dovrà essere l’incontro di due città, di tifoserie amiche nel ricordo di Franco Ossola e di una delle più forti squadre di club dell’intera storia del calcio italiano.
La partita di lunedì è anche un tuffo nel passato del tifo varesino, di quando la squadra , si era nella primavera del 1964, conquistò per la prima volta la serie A. Fu l’ inizio di anni felici, di una passione travolgente che coinvolse migliaia e migliaia tifosi e vide nascere un tifo organizzato di rara civiltà, di grande impeto ed entusiasmo che portarono alla nascita di parecchi club, come per esempio il “Varese“, il “ Franco Ossola“, il “ Giovani Biancorossi” di Gazzada. Qualche nome di tifosi protagonisti delle varie iniziative va fatto pur sapendo di dimenticarne di importanti: Fogola, Soranzo, Pietro Bianchi, Cendaroni, Malnati, Pozzi, i primi che affiorano dal tumulto dei ricordi. Fu gente che affiancò in modo intelligente squadra e società e che ogni domenica per anni portò allo stadio e anche nelle trasferte una quantità incredibile di appassionati.
Un esempio che da qualche tempo l’attuale tifo organizzato del Varese sta seguendo peraltro dovendo muoversi in un contesto sociale, economico e sportivo ben diverso rispetto a quegli anni.
Lunedì il Varese gioca la prima di una lunga teoria di partite che ci auguriamo termini con la permanenza in serie B. Dal punto di vista tecnico il Torino è superiore e avrà l’ appoggio di un pubblico formidabile per passione e calore, ma credere in un Varese monello non è illusione. Franco Ossola da tifoso non accantonerebbe l’ ipotesi di un pareggio: Varese e Torino sono stati i suoi grandi amori.
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