Quando una lastra ti salva la vita
Adolfo, vivo grazie alla diagnosi precoce, e Alessandra ,convinta sostenitrice della prevenzione, sono due dei pazienti del progetto P.r.e.d.i.c.a. per la cura del cancro al polmone
Adolfo è un fumatore accanito. Almeno 4 pacchetti di sigarette al giorno sin da quando aveva 20’anni. Tredici anni fa, il suo medico gli consiglia di entrare nel programma "P.r.e.d.i.c.a." del professor Lorenzo Dominioni. Una lastra annuale per togliersi la paura del tumore al polmone.
Ogni anno, Adolfo prende l’appuntamento, si reca all’ospedale di Circolo di Varese e si sottopone alla lastra. Ogni anno. Finchè, nel 2004, la lastra evidenzia una macchia scura, piccola, ma antipatica.
Adolfo viene convocato in ospedale, dal reparto di Chirurgia toracica del professor Dominioni. Andando in ospedale fuma una sigaretta: « Erano le 15 di un venerdì di giugno – ricorda Adolfo – Fu la mia ultima sigaretta». Il professore spiega ad Adolfo che quella macchia è il nemico e va asportato. Viene operato nel giro di qualche settimana.
A distanza di sei anni, Adolfo ha ripreso la sua vita, lavora come elettricista, fa attività fisica normale senza avere problemi di fiato. L’unica novità: ha detto addio per sempre alle sigarette e ogni anno si sottopone a controlli.
Anche Alessandra è una paziente del programma P.r.e.d.i.c.a.. Lei si sottopone a controlli dal 2002. È stato il suo medico a segnalarla al progetto: « Ho ricevuto l’invito a casa. Io credo in queste campagne di prevenzione, faccio quella senologica e ora anche quella del colon. Non sono una fumatrice accanita, qualche sigaretta, ogni tanto. Ma mi sono detta, perchè no? H convinto anche mio marito e così, ogni agosto, veniamo in reparto a fare la lastra».
Adolfo e Alessandra sono due pazienti del progetto voluto dal professor Dominioni ben 13 anni fa, quando tutto il mondo scientifico occidentale ne snobbava i risultati: « Sapevo il giudizio basato su studi svolti negli Stati Uniti – spiega il primario della chirurgia toracica – ma sapevo anche che i Gipponesi stavano svolgendo una campagna di screening con ottimi risultati. Mi sono recato personalmente nel paese nipponico per rendermi conto di cosa stavano facendo. Ne sono usito convinto. Così sono tornato a Varese con l’idea di dare vita alla medesima esperienza. Non è stato e non è tutt’ora facile. Ho incontrato molta diffidenza e molti ostacoli. Oggi, però, ho una casistica di 6000 pazienti. Ho le mie verifiche sul campo che presenterò nel corso della due giorni di convegno all’Università dell’Insubria. Ho potuto contare sull’appoggio di 160 medici di base che mi hanno inviato i propri pazienti».
Il professor Dominioni spiega che non ci sono grosse controindicazioni a questi controlli, persino le "radiazioni" a cui vengono sottoposte le persone con la lastra sono decisamente contenute: « Il fatto è che il tumore al polmone ha una progressione lenta finchè non degenera, diventando sintomatico. Quando si comincia a sputare sangue o ad avere una tosse insistente, debolezza, febbriciattola, fragilità ossea, a quel punto non c’è più nulla da fare e nel giro di pochi mesi, massimo un anno, si muore. Viceversa, quando il tumore è asintomatico, ci mette almeno 5 o 6 anni per trasformarsi. Quindi c’è tutto il tempo di intervenire e di salvare la vita. Il tumore al polmone, come quello alla pleura o al pancreas, non lascia scampo: mentre nel secondo e terzo caso la medicina annaspa ancora, con il polmone qualcosa si muove e questo proprio grazie alle campagne di screening».
Chi volesse entrare nel progetto P.r.e.d.i.c.a., che è finanziato con contributi privati provenienti dai Lions e da donazioni, può prendere appuntamento alla segreteria PREDICA, (14.00 – 18.00) al telefono: 0332.278.868, presso il Vecchio Ospedale di Circolo, 2° piano, Viale Borri 57, Varese.
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