Graglia: “O ci si muove come sistema-Paese, o non si va da nessuna parte”

"La crisi è lunga e ha sfidato le previsioni: un cambiamento epocale anche nei rapporti forza". Il presidente degli industriali varesini è intervenuto alla presentazione del volume dedicato a Enrico Dell'Acqua

«Se non ci si muove come sistema-Paese, non si va da nessuna parte». È l’asciutta constatazione di Michele Graglia, presidente di Univa, l’Unione degli industriali della provincia di Varese, intervenuto lunedì a Busto Arsizio alla presentazione del volume di Chiara Cavelli "Nuove imprese per il Nuovo Mondo – l’avventura di Enrico Dell’Acqua". Lo spunto per il suo intervento proveniva da alcune questioni-chiave poste dal giornalista Silvestro Pascarella sulla scorta delle esperienze che oltre un secolo fa, in un quadro economico non sempre favorevole, resero noto l’imprenditore bustocco sull’altro lato dell’Atlantico… e dell’Equatore.
Dalla risposta di Graglia emerge la modernità della figura del Dell’Acqua, nonchè dei problemi che questo si trovò ad affrontare. Dopo essersi complimentato con l’autrice del volume, il presidente di Univa ha riferito di aver compreso, nei suoi tre anni e mezzo di presidenza, anche un certo «spirito bustocco» ancora presente con forza nell’imprenditoria locale, «persone che vivono da generazioni lo spirito imprenditoriale», passando quindi a parlare della crisi e della sfida che essa pone. «Le previsioni sulla crisi e sulla sua durata non si sono realizzate» constatava. «Non è facile, è una crisi lunga da superare, che ci coinvolgerà ancora per parecchio. Non è stato un momento di flessione come altri, ma un cambiamento epocale, profondo, dei rapporti di forza. Le terre del "saper fare" oggi si trovano a competere con chi, partito da zero, ha cominciato a crescere e cerca uno sviluppo e una qualità di vita non inferiori ai nostri. Chi oggi è indietro farà di tutto per raggiungerci». In questo quadro, «serve cultura d’impresa, ma anche capacità di osare, di gettare il cuore oltre l’ostacolo». Non solo questo, tuttavia. L’imprenditore arriva fino ad un certo punto. «Un secolo fa l’inventiva faceva la differenza, chi faceva impresa era molto più libero di gestirsi senza condizionamenti. Oggi, invece, serve il sostegno di un sistema-Paese. Non si può più scaricare sulla sola capacità, sulle sole risorse, sulla generosità dei singoli il compito di uscire da questa situazione»

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Pubblicato il 18 Ottobre 2010
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