Cucù, il registro non c’è più: merito dell’informatica
Al liceo Crespi passo significativo nell'opera di "smaterializzazione" dei documenti, traslati dalla carta ai bit, dal vecchio registro al netbook: si risparmiano tempo e risorse, e si può consultare da casa
Da quest’anno i professori del liceo classico e linguistico Crespi dicono addio al vecchio registro: in classe porteranno solo il netbook. Da tratti d’inchiostro su carta i dati su assenze, interrogazioni, note e quant’altro diventeranno sequenze di bit. Un PC per ogni docente, un sistema informatico per registrare le assenze e i voti, la possibilità per le famiglie di vedere voti e argomenti svolti durante le lezioni, i moduli on line: tutto questo è il traguardo raggiunto in tre anni di progressiva informatizzazione delle procedure e di aggiornamento degli utilizzatori. Oggi si entra in classe e si visualizzano subito le presenze sul desktop; con un clic si mette un voto o si scrivono i compiti assegnati.
Piccolo dettaglio negativo per gli studenti: nessuno può più dire “non c’ero, non lo sapevo”, perché tutto è consultabile anche da casa, naturalmente. Anche gli scrutini sono velocizzati dai nuovi sistemi: non è più necessaria la trascrizione manuale dei voti da presentare, tutto è già in linea e si evitano gli errori.
La dirigente del Liceo Cristina Boracchi ha fortemente sostenuto in questi anni il progetto di "smaterializzazione", insistendo anche di fronte a difficoltà oggettive. Alla fine il lavoro ha pagato, consentendo di ottimizzare il lavoro di docenti e addetti alla segreteria che, notoriamente sotto organico, possono ora impiegare il tempo risparmiato nel lavoro “cartaceo”, come la registrazione delle assenze, nel miglioramento dell’operatività ordinaria.
"Buone pratiche" nella scuola pubblica che Boracchi porterà ad esempio al Convegno patrocinato dall’Ufficio Scolastico Regionale “Le nuove tecnologie nell’organizzazione della scuola e nella didattica”, che si terrà a Mantova il prossimo 9 novembre. Racconterà dell’esperienza del Liceo Crespi di Busto Arsizio, dell’impegno di chi ci lavora, della relazione con le famiglie, dell’incredibile risparmio di carta che l’Istituto ha messo in atto.
Tutto bene dunque, e per il vecchio registro non può restare che della nostalgia. Oppure un’osservazione maligna: quello "funziona" anche dove non c’è una presa elettrica…
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