Le parole di Harper Lee per dire no al razzismo
Il Partito Democratico organizza una lettura pubblica e colletiva del romanzo "Il buio oltre la siepe" per denunciare ogni forme d'indifferenza
No al razzismo. Ma anche no all’indifferenza, alla superficialità e ad atteggiamenti che tendono a minimizzare episodi gravi di intolleranza. Il Partito Democratico ha scelto le parole del premio pulitzer Harper Lee per tenere alta l’attenzione dei varesini su alcune cose che stanno succedendo ultimamente in città, tra le quali quanto è accaduto lo scorso 21 ottobre fuori dalla scuola Dante Alighieri quando una ragazzina di colore di 13 anni è stata insultata e forse strattonata da un 45enne.
«Non ci interessa aprire il dibattito se Varese sia o meno una città razzista e xenofoba, o strumentalizzare le singole vicende – spiegano per il Pd Roberto Molinari e Emiliano Cacioppo – vogliamo far capire che ci sono stati una serie di fatti che non possono essere derubricati a semplici ragazzate o a comportamenti scorretti per i quali ci possono essere attenuanti o peggio giustificazioni. deve essere chiaro che su temi come questi non devono esserci zone grigie e la denuncia delle istituzioni e della società civile deve essere ferma e netta».
E per spiegare tutto ciò dal Partito Democratico hanno pensato ad una lettura pubblica collettiva, un po’ come era stata fatto qualche tempo fa quando era stata organizzata la lettura di “Gomorra”, il libro di Roberto Saviano.
Il 27 novembre, invece, a partire dalle 15 in piazza Monte Grappa, tutti i varesini sono invitati a leggere “Il buio oltre la siepe”, l’opera di Harper Lee, la scrittrice statunitense che ha denunciato la “paura del diverso” nell’America della segregazione razziale.
«Quello che stiamo vivendo – spiegano Molinari e Cacioppo – è un problema culturale che impedisce di arrivare ad una condanna morale netta in presenza di tanti fatti preoccupanti. Noi non vogliamo che ci si abitui ad una società che confonde la tolleranza con la superficialità, e attraverso la superficialità scade nel giustificazionismo. È un modo di concepire lo stare insieme che non ci sta bene».
Dunque il Pd sarà in piazza sabato 27 novembre, «senza bandiere di partito ma come segno distintivo il tricolore e un braccialetto giallo, il colore diventato simbolo dell’antirazzismo. Perchè ci sembra il modo migliore di cominciare i festeggiamenti dei 150 dell’unità d’Italia: dire “siamo tutti italiani”».
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