Roma chiama, Busto risponderà?
Nel centrodestra tutto è "appeso" agli sviluppi romani, con la rottura dei "futuristi" di Fini. E si "scomoda" perfino il ministro la Russa
Il centrodestra bustocco attende ansiosamente segnali. Da Roma, s’intende. In casa PdL si è ai ferri corti con l’unico esponente "bustocco" di rilievo del fronte finiano-ferrazziano: l’assessore Luciano Lista. Il partito di Berlusconi lo vuole fuori dalla Giunta, sia pure in zona Cesarini visto che ormai mancano appena pochi mesi al termine naturale della consigliatura, e con essa dell’amministrazione Farioli I. Si è mosso nei giorni scorsi persino il ministro Ignazio La Russa in persona, telefonando al sindaco Farioli. Gli ex An, ancora una volta, come già visto, oltre che con La Russa, con gli Airaghi e i Pellegatta, sono coloro su cui ricade il compito politico di alternare gli attacchi agli ex camerati di An con le profferte di fedeltà al Capo. Il cui dominio appare al momento un po’ scricchiolante, fra scandali rilanciati dalla stampa ostile ed evidenti episodi di nervosismo (la telefonata furibonda di Berlusconi a Ballarò fa il paio con l’ira di La Russa che abbandona gli studi del TG3). Non stiamo uscendo dal seminato: quanto succede a Roma ha riflessi su quanto si muoverà a Busto.
In particolare sono proprio gli ex An, ovunque, i più vocali nel chiedere la rimozione dei "reprobi" rei di credere nel futuro e nella libertà targati Fini. Forse anche perchè con la defezione finiana gli equilibri interni del PdL, il famoso patto 70-30, escono stravolti: e le numerose correnti non "aennine" sono pronte a fare un sol boccone degli spazi a disposizione. Mentre la Lega, che non sembra alla fine intenzionata a far davvero da sè, in omaggio agli equilibri dell’alleanza di ferro Bossi-Berlusconi, fa paradossalmente un tifo discreto per Fli (più indebolisce l’alleato, meglio è per gli equilibri di coalizione).
Luciano Lista intanto si lascia scivolare addosso i "proiettili" limitandosi a repliche piccate, ma senza eccedere. Al sindaco Farioli, che a sua volta non ha parole tenere per i finiani, spetterà gestire la patata bollente della richiesta che viene dal suo partito. Se a Busto Lista nicchia – di lasciare la poltrona volontariamente non se ne parla – a Castellanza i futuristi-finiani, con la benedizione di Luca Daniel Ferrazzi, l’uomo di Fini per il Varesotto, scelgono la stessa linea: conferma dell’alleanza a centrodestra, facendo finta di niente di fronte all’ostilità di cui sono oggetto. Per ora.
A Roma infatti sembra che si vada allo strappo: Gianfranco Fini ha annunciato voto contrario dei suoi alla fiducia al governo. Quali saranno le conseguenze di una caduta del governo sul livello locale è intuibile: espulsione immediata di tutti i finiani da ogni incarico nel centrodestra di obbedienza berlusconiana. E a quel punto si riaprirebbero per Fli, a Busto e ovunque, i giochi per altre alleanze, "dell’ultimo momento": in città forse con l’Udc, o verso gli Indipendenti di Centro dell’ex sindaco Rossi, già legati ad altri transfughi del centrodestra come Unione Italiana ma tentati anche dalle sirene del centrosinistra. Che da parte sua valuta una candidatura di peso come quella di Carlo Stelluti; non l’unica, ma col potenziale per unire forze differenti.
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