Quelle pipe varesine che “stregarono” Bearzot
Dorelio Rovera, della "Ardor" di Groppello, racconta la visita nella sua bottega del grande allenatore. «Era un cultore e un collezionista di pipe. Fu affascinato dal nostro laboratorio»
La pipa era il suo massimo segno distintivo al di fuori dell’aspetto fisico e del carattere. Non è un caso che alcune delle foto più belle che ritraggono Enzo Bearzot – l’ex commissario tecnico della nazionale di calcio scomparso la mattina di martedì 21 – mettano in evidenza quell’appendice di radica, accesa o spenta, in mano o tra le labbra.
E non è un caso che, nella sua ricerca di pipe belle, funzionali e perfette, Bearzot sia transitato anche nella nostra provincia dove esiste da sempre un distretto di alta qualità – tra Gavirate e Brebbia – per questo arnese dedicato ai fumatori. Accadde a metà degli anni Ottanta, come ci racconta Dorelio Rovera che insieme al figlio Damiano guida la "Ardor" di Groppello, frazione di Gavirate.
«Conobbi Bearzot nel 1984, durante la cerimonia d’inaugurazione di una mostra della pipa all’Arengario di Milano. Ci presentarono, parlammo della sua passione per questi oggetti e mi promise che sarebbe passato a trovarmi in bottega alla prima occasione. Era un uomo di parola, e infatti giunse a Gavirate meno di due anni dopo: fu molto curioso nel corso della sua visita alla "Ardor" (nella foto), dove gli mostrai tutto il processo di produzione oltre al nostro campionario. Scelse e acquistò due pipe, di medie dimensioni e piuttosto classiche: una semicurva e una curva, però rimase anche affascinato dalle nostre pipe scolpite su cui abbiamo raffigurato alcuni personaggi famosi come Reagan o il presidente Pertini (foto a lato: il Quirinale inviò alla "Ardor" un telegramma di ringraziamento ndr), suo amico e altro grande protagonista sugli spalti della finale dei Mondiali ’82».
Il signor Dorelio ha due ricordi precisi di quel suo cliente così speciale: «Dal punto di vista fisico notai subito le sue mani. Grandi, enormi, mi impressionarono. Parlando con lui poi ebbi la stessa sensazione di quando lo sentivo alla televisione, quella di un uomo tosto, rigoroso, di ferro; ma anche profondamente appassionato per quanto riguarda le pipe. Un vero cultore; si capiva che aveva alle spalle una conoscenza specifica dell’argomento e non a caso le collezionava dopo averle scelte con attenzione. Mi dispiace molto per la sua morte».
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