A dicembre un treno su quattro in ritardo. E adesso arrivano gli aumenti

Dai dati di Legambiente, il record di ritardi a fine anno, mentre sono attesi a febbraio gli aumenti: 10% in più sui treni, 30% in più su pullman e autobus. "Le ferrovie sono un settore troppo garantito e monopolista"

Un treno ogni quattro in ritardo, ma le tariffe aumenteranno nei prossimi mesi. Legambiente Lombardia riporta dati pesanti sul trasporto su ferro, riferiti al mese di dicembre: 384 soppressioni di treni e 94 richieste di soccorso (ovvero di sostituzione urgente di treni o motrici in avaria). «La debacle del ramo di Trenitalia delle ferrovie lombarde e quello delle ferrovie Nord non si differenzia di molto» spiegano il presidente regionale Damiano Di Simine e l’esperto di trasporti del cigno verde, Dario Balotta. Secondo Legambiente la puntualità (treni con meno di 5 minuti di ritardo) è scesa paurosamente, fino al 75%: in pratica un treno su 4 ha accumulato un ritardo oltre i 5 minuti, incompatibile con le condizioni poste dal contratto di servizio, che prevede un livello minimo di treni puntuali all’88%. La Regione – che ha la competenza sui trasporti locali – affida infatti il servizio a varie società (nelle ferrovie, alla società unica Trenitalia-LeNord) sulla base di un contratto che stabilisce i livelli qualitativi da rispettare. E in effetti per questo a gennaio i pendolari godranno di un bonus erogato dalla Regione che li risarcisca dai disagi di dicembre.

«I dati sullo scadimento del servizio – incalza Balotta – non lasciano speranze sulle prospettive del trasporto pubblico in Lombardia. Siamo lontanissimi dalle prestazioni dei servizi di mobilità delle altre grandi aree metropolitane europee, eppure la Lombardia è la regione che ha il massimo bisogno di un sistema di trasporti che incoraggi l’uso di autobus e treni». Lombardia, a dicembre un treno su quattro in ritardo In più, sottolinea il cigno verde, la Giunta regionale ha deliberato gli aumenti tariffari per il trasporto locale ferroviario e su autobus. Si tratta di aumenti secchi del 10% a decorrere dal 1 Febbraio ed un nuovo aumento sempre del 10%  è previsto fra 6 mesi. Gli aumenti sono accompagnati da una riduzione di 82 milioni di euro al trasporto pubblico per il 2011. Si tratta di un taglio di 24 milioni per le ferrovie e di 58 milioni per gli autobus urbani ed extraurbani. I pendolari dei bus, che già pagano il 30%  in più dei colleghi delle ferrovie – sostiene Legambiente – si vedranno anche ridotti i servizi ed i pendolari finiranno per trovare più conveniente l’uso della loro automobile per recarsi al lavoro incrementando cosi la congestione stradale e le polveri sottili. I servizi – ribadiscono gli ambientalisti – ancora non migliorano, l’integrazione tariffaria non decolla, il sistema rimane inefficiente e le condizioni di viaggio per il milione di pendolari lombardi (594 mila in treno e 360 mila in autobus) sono sempre le stesse.

Conclude Damiano Di Simine: «L’assessore Cattaneo afferma di voler aumentare il numero di viaggiatori del TPL. Siamo d’accordo con lui, ma vogliamo impegni seri: vorremmo che da qui al 2020 il numero di pendolari che scelgono il trasporto pubblico raddoppiasse, per ridurre traffico, congestione, inquinamento e consumi energetici. Per questo Di Simine chiede migliore accessibilità, affidabilità, flessibilità e comfort del servizio offerto, ma anche «elementi di concorrenza nel settore troppo garantito e monopolista», in mano a Trenitalia (anche se attraverso la società mista Trenitalia-LeNord). «Siamo pronti a sederci ad un tavolo e discutere le misure da attuare, ma a condizione che vi sia autentica volontà di programmare seriamente ed investire, e non solo di fare annunci paternalistici»

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Pubblicato il 11 Gennaio 2011
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