Le figlie di Pippo: “Lo abbiamo guardato negli occhi”
In aula Tina e Filomena, le due donne che accusano Piccolomo di aver ucciso la madre
«Siamo venute perchè volevamo vedere in faccia nostro padre, vogliamo solo che la giustizia faccia il suo corso». Lo ha detto Tina Piccolomo, una delle due figlie dell’artigiano accusato di avere ucciso e amputato delle mani la pensionata Carla Molinari a Cocquio Trevisago (Varese), che stamani si è presentata assieme alla sorella nell’aula dove è in corso la prima udienza del processo. Le due donne hanno sempre sostenuto la colpevolezza del padre, da quando è stato fermato dalla polizia il 26 novembre del 2009. «In aula ci ha guardate dritto negli occhi – ha aggiunto una delle due figlie – è un uomo pericoloso».
Tina Poccolomo e la sorella Filomena erano presenti in aula, ma sono state allontanate dai giudici perché sono inserite anche nella lista dei testimoni. Volevano però vedere Pippo e guardarlo negli occhi e così hanno fatto. Le figlie sono convinte che il padre, oltre ad avere ucciso Carla Molinari, abbia assassinato la loro madre, Marisa Maldera, morta nel rogo di una macchina a Caravate nel 2004. Un episodio oscuro che è entrato anche nell’udienza di questa mattina.
La procura voleva infatti inserire tra le prove del fascicolo anche l’originaria iscrizione nel registro dei reati di quell’episodio. Inizialmente Pippo fu indagato omicidio volontario, ma alla fine patteggiò per omicidio colposo. «A nostro avviso è un fatto mai chiarito fino in fondo» ha detto il pm Luca Petrucci. Si è molto discusso, in fase di indagine, ma la corte d’assise ha escluso l’ammissione nel fascicolo di quel sospetto. Ci sarà un solo processo e non due.
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