Caserma di via Bellini, Scagliola: “Si conferma la correttezza della nostra versione”

L'imprenditore ribadisce documenti alla mano: il protocollo d'intesa con Provincia e Ministero per la permuta proposta non si può sottoscrivere fin quando il Comune non avrà individuato i terreni da cedere

Dino Scagliola, l’imprenditore coinvolto nell’annosa vicenda della caserma dei carabinieri di via Bellini, completa ma inutilizzata da anni perchè mai presa in carico dal Ministero dell’Interno, dopo aver chiamato a Busto Arsizio Striscia la Notizia (per un servizio che tuttora non è stato trasmesso) e suscitato la replica dell’amministrazione tramite il vicesindaco Reguzzoni, ribadisce la sua posizione con una missiva ai quotidiani locali. È a quanto dichiarato dal vicesindaco che Scagliola risponde, allegando i documenti relativi alla vicenda, a partire dalla deliberadi consiglio comunale del 13 dicembre 1996 che disponeva l’acquisto dalla ditta Muzzi dei capannoni allora esistenti per destinare l’area a futura caserma dei Carabinieri, fino alla recente (6 dicembre 2010) comunicazione del Ministero dell’Interno ai soggetti coinvolti, privati e istituzionali, in cui, rispondendo alla sollecitazione di Edilteco srl, si parla di "schema di Protocollo d’Intesa". Il protocollo stesso, precisava la nota del ministero, non potrà essere sottoscritto se prima il Comune di Busto non avrà indicato il bene, in questo caso i terreni, da includere nella permuta proposta la scorsa estate.
Riportiamo di seguito integramente la lettera di Scagliola.

Egregio Direttore,
nell’interesse di Firex e di Edilteco debbo tornare nuovamente sulla vicenda della nuova caserma di via Bellini, per rispondere alle dichiarazioni rilasciate dal vicesindaco Giampiero Reguzzoni a questo giornale in data 5 febbraio.
Mi pare indubbio che lo stesso Vicesindaco confermi la correttezza della nostra versione dei fatti, che, a costo di essere ripetitivo, richiamo ancora una volta:
1. esiste un protocollo d’intesa in data 2 agosto 2010 sottoscritto dalle parti, Comune compreso, davanti al Ministero dell’Interno.
2. il protocollo invitava Comune e Provincia a individuare i terreni da permutare a Edilteco in cambio della concessione della Caserma già realizzata da Edilteco e completata a proprie spese (senza carico sui contribuenti e sui cittadini di Busto).
3. il valore della permuta è stato periziato e indicato dall’Agenzia del Demanio, ente competente nei progetti che riguardano il Ministero dell’Interno, in 9,2 milioni di euro.
4. la procedura in questione è stata avviata nel lontano 1996, il Comune l’ha approvata individuando l’area e concedendone il diritto di superficie a Edilteco, ed il Ministero fin dal 2001 si e’ impegnato a prendere in locazione l’immobile.
Questi i fatti documentati e non contestabili. Se il vicesindaco Reguzzoni, in carica a vario titolo (consigliere, assessore, vicesindaco, etc.) in seno all’amministrazione comunale di Busto Arsizio fin dal lontanissimo 1990 (certo non il migliore esempio di alternanza e di indipendenza della funzione, ci sia consentito rilevare), e dunque a piena conoscenza della vicenda, avesse inteso sollevare obiezioni per "vederci chiaro", avrebbe potuto farlBuso anni fa, mentre oggi a nostro avviso le ragioni di questo empasse burocratico a livello comunale appaiono scarsamente credibili.
Firex ed Edilteco attendono con serenità le pronte determinazioni che il Comune sapra’ adottare in merito, nell’auspicio che si arrivi celermente ad una risoluzione dei problemi nell’interesse di tutti , soprattutto della comunità desiderosa di vedere risolta in tempi brevi questa annosa vicenda.
Grazie per lo spazio e l’attenzione.

Firex S.r.l.
(Dino Scagliola)

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Febbraio 2011
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