Yara, i genitori riconoscono il corpo
Sei le coltellate inferte dall'assassino alla ragazzina. Drammatica omelia del parroco a Brembate Sopra: "Ora sappiamo cos'è un orco, e fin dove può arrivare un uomo"
I genitori di Yara Gambirasio, mamma Maura e papà Fulvio, hanno riconosciuto il corpo della loro ragazzina presso l’Istituto di Medicina Legale di Milano, alla presenza della dottoressa Cristina Cattaneo, in passato occupatasi degli esami legate alla terribile vicenda delle Bestie di satana, che sconvolse la nostra provincia con il ritrovamento dei corpi di Chiara Marino e Fabio Tollis nei boschi tra Somma e Golasecca.
I genitori di Yara non hanno rilasciato dichiarazioni e sono rientrati a casa. Domani sarà effettuata l’autopsia, ma da un primo esame dei medici legali sul corpo della ragazzina già emergono alcuni elementi: sei ferite da coltello a collo, schiena e polsi inferte dall’omicida, segno che la ragazzina ha cercato di difendersi, e oggetti rilevanti per le indagini lasciati accanto ai poveri resti di Yara, la cui vicenda, a partire dalla sparizione tre mesi or sono, ha profondamente commosso e indignato l’intero Paese.
La tredicenne era stata ritrovata non lontano dalla zona industriale di Chignolo d’Isola, e meno di dieci chilometri da Brembate Sopra, il luogo della scomparsa, in un terreno di proprietà di un’azienda che sta attivamente collaborando con le forze dell’ordine. Aveva ancora indosso i vestiti di quel 26 novembre, giubbotto nero di Hello Kitty, felpa, leggings. A renderla subito riconoscibile nonostante il tempo trascorso dal decesso, anche l’apparecchio per i denti. Sono stati trovati altri oggetti di grande rilevanza potenziale per la Scientifica: l’iPod di Yara, la Sim e la batteria del del cellulare (che è invece sparito). Sul luogo del ritrovamento si sta creando un vero e proprio pellegrinaggio di persone commosse dalla tragedia, come testimoniano i colleghi di Bergamonews.it. Chi porta un fiore, chi proferisce frasi rabbiose all’indirizzo di un assassino che si cerca ora metodicamente, a partire dagli indizi che potranno emergere dal ritrovamento.
Drammatica stamane l’omelia di don Corinno Scotti, parroco di Brembate Sopra.
"Degli orchi sentivamo parlare nelle fiabe, ora sappiamo che cosa sono; ora sappiamo fin dove può arrivare un uomo. Come si può non essere preoccupati, sapendo che l’orco gira fra noi?" Ma le campane oggi suonano a festa ogni ora, non a lutto: perchè, dice il sacerdote in cielo c’è un nuovo angelo. E al dolore per una morte assurda la fede cristiana può rispondere solo con la speranza nella vita eterna.
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