“Armata di matite e colori combatto la malattia”

Sabato 5 marzo, a Villa Recalcati un convegno metterà in evidenza il ruolo della psiche e dell'arte nella terapia medica. Tra i testimoni ci sarà Veronica, affetta da fibromialgia

Uno dei dipinti di Veronica: l'angelo con una sola alaVeronica ha un volto da ragazzina. Due occhi azzurri che le illuminano il volto. Si aggira tra i quadri in mostra a Villa Recalcati. Dipinti che parlano da soli, raccontando una storia di battaglie continue, di sofferenze ma anche di conquiste.
Veronica è affetta da fibromialgia, una malattia rara, cronica che ti toglie la gioia di vivere: « Sono arrivata a un punto in cui ero sopraffatta dal dolore. La malattia mi stava gestendo. Ho provato con la terapia farmacologica, poi con il supporto psicologico e la riabilitazione. Ma lentamente mi stavo spegnendo. A quel punto o gettavo la spugna o combattevo. Ho "imbracciato" matite e colori e ho ridisegnato la mia vita».
Veronica si è avvicinata all’arte, ai colori, alle forme: « L’arte è un linguaggio non convenzionale, una forma libera dove esprimere emozioni e sensazioni. Qui, in questi percorsi, ho ritrovato me stessa, la mia vita, la mia ragione d’essere. Grazie all’arte, riesco a vedere diversamente la mia malattia: quando i dolori si fanno intensi, mi metto davanti alla tela e riacquisto la forza e la voglia di lottare».

La testimonianza di Veronica sarà una delle tre in programma sabato mattina, nel convegno dal titolo: "Terapia culturale: scienza, arte, comunicazione e solidarietà" che si svolgerà sabato 5 marzo dalle ore 9 a villa Recalcati a Varese. L’incontro, che ha ricevuto il pieno sostegno di Provincia e Asl, parte dal presupposto che la medicina non possa prescindere dalla parte emozionale e psicologica del paziente: «Lo stesso Ippocrate – ha raccontato la dottoressa Mary Donata Potito, responsabile dell’ambulatorio di "adolescentologia" all’ospedale Del Ponte – quando incontrava i propri pazienti chiedeva loro: "Come vivi?". Se vogliamo, è un ritorno a ciò che i padri della medicina già sapevano».

Il gruppo che ha organizzato il convegno di sabato 5 marzo 2011L’appuntamento, organizzato dalle associazioni di volontariato Caos, che segue le donne operate di tumore al seno, e Kiwanis, impegnata a sostenere i bambini per migliorarne la qualità di vita, vuole mettere in rilievo l’importanza della parola e dell’arte nell’approccio verso la malattia. Lo stesso Direttore dell’azienda ospedaliera di Varese Walter Bergamaschi ha messo in rilievo l’importanza della comunicazione: « In una medicina sempre più tecnologica e specialistica non va mai dimenticata la bellezza e l’unicità della persona umana».

Nel corso della mattinata, oltre all’intervento del professor Giouseppe Armocida, storico della medicina, interverranno il dottor Antonello Molteni  che affronterà il ruolo della parola nell’infarto, la dottoressa Potito che racconterà i risultati di una ricerca condotta sull’attività dei piccoli pazienti con le bamboline bianche donate dal Kiwanis dove i bambini esprimano le proprie emozioni, e il dottor Pier Carlo Sarzi Puttini che si soffermerà sul "Dolore della sofferenza". 
Insieme a Veronica, parleranno della propria esperienza di dolore e lotta Anna Amedeo, Barbara Mariani e Stefania Vanini. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Marzo 2011
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