Edilizia ed emergenza casa tra i temi di confronto in consiglio comunale
Battibecchi PD-amministrazione e clima già da confronto elettorale tra le parti. L'amministrazione istituisce il marchio per la denomnazione comunale d'origine dei prodotti tipici
Consiglio comunale con confronto a tratti serrato quello di venerdì sera dove in mancanza di grandi decisioni strategiche, si è tornati su una serie di punti affrontati in passato in una sorta di riesame critico, con un PD combattivo, in particolare sul tema degli accertamenti Tarsu. In apertura di seduta un minuto di silenzio era stato dedicato alla memoria di Giancarlo Colombo, compianto ex presidente della Pro Patria nei primi anni ottanta, e dell’ex dirigente comunale Lorenzo Colombo, entrambi scomparsi pochi giorni or sono.
Di seguito, alcuni dei temi toccati dall’assemblea.
È stato approvato il regolamento per la valorizzazione delle produzioni locali che istituisce il marchio De.Co., l’albo e del registro delle denominazioni comunali di origine; iniziativa volta a promuovere le produzioni locali (in aula si sono citati ad esempio i bruscitti, ma è solo una delle possibilità) con questo marchio, la cui richiesta comporterà un esborso di 250 euro,da elevare a 1000 qualoora venga poi accolta. Spiccioli, per il bilancio comunale, che da tutta l’operazione, riferiva l’assessore competente, Franco Castiglioni, dovrebbe ricavare un pareggio o al più un moderato utile.
Si è quindi provveduto all’annuale aggiornamento dei contributi di costruzione e degli oneri di urbanizzazione, il cui aumento, rispettivamente dell’1,19% e del’1,03%, è in linea con gli indicatori Istat di settore. La discussione si è accesa su di un paragrafo che il PD chiedeva di rimuovere dalla deliobera, e in cui si citavano interventi anticrisi del governo ("Decreto recante misure di alleggerimento fiscale e norme sull’immobiliare"). «Quali misure avrebbe mai preso il governo?» chiedeva Alberto Grandi per il PD. «Il Piano Casa» la risposta del vicesindaco Reguzzoni. «Premessa ridicola» insisteva Erica D’Adda per i democratici, «solo qui a Busto abbiamo quasi due milioni in meno di entrate, per tacere di cosa accadrà col "federalismo municipale"; intanto il governo consente di usare il 75% degli oneri di urbanizzazione per le spese correnti (come da decreto milleproroghe ndr); non avete ridotto le tasse, non ci sono norme che le alleggeriscano, e i comuni più che mai senza risorse hanno necessità di far costruire». «Abbiamo tolto l’ICI sla prima casa un anno prima che lo facesse il goveno» replicava Reguzzoni, «non siamo mai andati ad aumentare le tasse». «Veramente» ricordava Berteotti al vicesindaco, «l’addizionale comunale all’Irpef l’avete istituita voi». La richiesta di rimuovere il capoversa veniva comunque bocciata, e la delibera passava con i voti della maggioranza e l’opposizione del solo PD.
Che tornava poi all’assalto sulla mancata applicazione della mozione per l’allargamento del tavolo casa («assolutamente inqualificabile») votata qualche settimana fa dal consiglio comunale, battibeccando con l’assessore ai servizi sociali Mario Crespi, che parlava di «iniziative preelettorali» della minoranza elencando una serie di positive soluzioni a situazioni difficili di anziani o disabili, trovate da soggetti sociali in accordo con Palazzo Gilardoni. «Forse per voi la sussidiarietà è una scusa per scaricarsi la coscienza» la dura replica di D’Adda. «Ho visto sfrattare bambini, portare cani di famiglia al canile, gente buttarsi dal balcone: speculare su queste cose è di basso livello, su quello che non avete fatto tra voi e l’Aler c’è solo da metterci una pietra sopra e voltare pagina». Il presidente del consiglio Speroni ha ammesso «un disguido» sull’applicazione della mozione.
Fra gli interventi liberi, D’Adda ha riproposto la questione degli spazi per le assemblee studentesche, mentre per la Lega Luciana Ruffinelli riferiva dell’avvenuta risposta da parte dell’amministrazione sul tema della cartellonistica pubblicitaria «che degrada la città», particolarmente nella zona del cimitero, e che rientrerà in un prossimo piano di riordino a tutela del decoro urbano.
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