Immigrati, in Lombardia l’integrazione cresce
Lo ha detto Formigoni al convegno 'L'immigrazione in Lombardia: dinamiche e consolidamento'
"L’integrazione degli immigrati in Lombardia cresce: diminuisce il numero dei clandestini, cresce
il numero della associazioni di immigrati che sono in rapporto con le istituzioni, così come il numero di occupati e il numero di imprese cui gli stessi immigrati danno vita".
Lo ha detto oggi il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, intervenendo al convegno ‘L’immigrazione in Lombardia: dinamiche e consolidamento’, durante il quale è stato presentato il decimo rapporto realizzato dall’Osservatorio Regionale per l’Integrazione e la Multietnicità (ORIM). Ha partecipato ai lavori anche l’assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale Giulio Boscagli.
"Questo significa – ha proseguito Formigoni – che gli stranieri vengono qui, respirano l’aria della Lombardia con il suo spirito imprenditoriale e si integrano lavorando e portando il loro
contributo alla crescita della nostra società".
"Ci sono ancora delle sacche di emarginazione e di illegalità – ha aggiunto Formigoni – ma questi fenomeni sono in contrazione e continueremo a lavorare su questo con grande vigilanza".
Alla fine del primo semestre 2010 in Lombardia si è registrata la presenza di 1.188.000 stranieri, 12 ogni 100 residenti, ovvero il 25 per cento di quelli presenti su tutto il territorio nazionale. Quello che caratterizza questa presenza è un sentimento di fiducia, documentata anche dalla crescente domanda
di lavoro immigrato. Il totale delle assunzioni di immigrati registra nell’ultimo anno una crescita del 5,6 per cento, soprattutto per quanto riguarda le professioni non qualificate (servizi, industria, costruzioni e agricoltura). Positivo il calo della percentuale di lavoro irregolare, che passa dal 18,9 al 15,6 per cento, probabilmente dovuto anche al fatto che la Lombardia registra una significativa diminuzione di immigrati
irregolari (stimata in un -26 per cento).
"L’osservazione comparata di fattori, quali la stabilità residenziale, la situazione abitativa, la posizione giuridico-amministrativa e quella lavorativa – ha aggiunto il presidente – ci mostra un livello medio di integrazione quantificato in un miglioramento del 50 per cento delle condizioni di vita rispetto a 10 anni fa". Va anche sottolineato il fenomeno del continuo aumento di associazioni di migranti: a
settembre 2010 se ne sono contate 304, cioè il 26,2 per cento in più rispetto al 2009.
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