Mirabelli (PD): “Binelli deve scusarsi”

Non si placano le polemiche sull'inno d'Italia che dovrà essere suonato in apertura di tutte le sedute del 2011 in consiglio comunale

Continua a far discutere la proposta in Consiglio comunale di Varese di suonare l’Inno di Mameli in apertura di tutte le sedute del 2011. Avanzata dal consigliere democratico Fabrizio Mirabelli, la proposta ha incontrato l’adesione di 21 consiglieri, ma non dei leghisti. E ieri, su Facebook, l’assessore Fabio Binelli commentava: «Se suonano l’inno dell’oppressione esco dall’aula».

Ecco la risposta di Mirabelli.
 
Lunedì scorso, in Consiglio comunale, ho presentato la proposta, sottoscritta da 21 consiglieri comunali (la maggioranza del Consiglio comunale), in maniera trasversale agli schieramenti politici, di suonare, per tutto il 2011, in coincidenza del 150° anniversario dell’unità d’Italia, prima di ogni seduta del Consiglio comunale, l’inno di Mameli. 
Apriti cielo! Il sindaco Fontana e i consiglieri della Lega nord per l’indipendenza della Padania si sono rifiutati di firmare. Sono stato accusato di “strumentalizzazione” e “provocazione”.
Due giorni dopo, il Consiglio regionale della Lombardia ha deciso, per tutto il 2011, di aprire ogni seduta con l’inno di Mameli. Esattamente quello che avevo proposto a Varese.
Ieri l’Assessore Fabio Binelli, sulle mie pagine di Facebook,  ha  scritto: “Se suonano l’inno dell’oppressione (intendendo quello italiano), io sto fuori dall’aula”.
Naturalmente, questa infelice opinione di Binelli ha acceso il dibattito. Per quanto mi riguarda, ho sottolineato che, a pochi giorni dal 17 marzo e dalla visita del presidente della Repubblica, le parole di Binelli sono vergognose e offensive per tutti i cittadini varesini che gli pagano lo stipendio e gli ho suggerito di prendere in considerazione l’ipotesi di dimettersi.
Le reazioni del sindaco Fontana, dello stesso Binelli e del segretario cittadino del PDL Colombo sono state quanto meno stupefacenti.
Fontana, oltre a difendere l’indifendibile assessore, non ha perso occasione di esternare nuovamente la sua preoccupante fobia per lo stalinismo, Togliatti e i comunisti. Ormai vede comunisti dappertutto! Bisognerebbe ricordargli che il segretario nazionale del suo partito Umberto Bossi, nel 1977, è stato iscritto al PCI, presso la sezione di Verghera di Samarate. E che il ministro Maroni, in quegli anni, era ancora più a sinistra del PCI.
L’Assessore Binelli ha rifiutato di dimettersi affermando di essere un amministratore eletto dalla comunità varesina che sa benissimo come la pensa. In realtà, nel 2006, Binelli ottenne solo 135 preferenze e la Lega Nord per l’indipendenza della Padania il 19,72% dei voti validamente espressi. Egli rappresenta chiaramente una minoranza, pertanto dovrebbe avere più rispetto per l’altro 80% dei varesini che non la pensano come lui. 
Il segretario cittadino del PDL Colombo giunge a consigliarmi di lavorare di più invece di usare Facebook. Chissà se analogo invito è esteso anche all’Assessore Binelli il quale usa Facebook come e più di me! Colombo, che ha militato in un partito che si chiamava Forza Italia, afferma di ritrovarsi molto di più nella cultura italiana, come Caravaggio e Leopardi, che arriva da prima dell’unificazione. Un’opinione veramente strana da parte del segretario di un partito che, pur essendo da anni maggioranza a Varese, è sempre stato succube della Lega nord per l’indipendenza della Padania. Per la serie: senza un minimo di dignità.
Nessuno mette in discussione il diritto di Binelli di esprimere la propria opinione che è garantito dall’articolo 21 della Costituzione italiana. Quella stessa Costituzione nata dalla Resistenza che il partito di Binelli vorrebbe stravolgere. Tuttavia, un conto è esprimere il proprio pensiero da semplice militante della Lega nord per l’indipendenza della Padania, un altro è farlo da Assessore di un Comune italiano che dovrebbe rappresentare tutti i cittadini, anche quelli che non hanno votato per lui. E’ evidente, poi, che le opinioni sono legittime e da rispettare quando non offendono nessuno. Nel caso in questione, invece, Binelli ha offeso gravemente l’Italia e tutti gli italiani.
Mi chiedo cosa succederebbe se esprimessi opinioni analoghe alle sue sulla Padania e sul Va Pensiero.
Mi auguro che l’Assessore Binelli che, a quanto pare intende rimanere incollato alla propria poltrona, chieda almeno scusa e la smetta di disonorare l’Italia e l’istituzione che, momentaneamente, si trova a rappresentare. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Marzo 2011
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