Rifiuti: Legambiente premia l’ impegno dei recicloni

Grazie ai ricicloni, la Lombardia può ridurre discariche e inceneritori, ma è costretta ad inseguire: più del 50% dei comuni non rientra nelle classifiche di Legambiente

I comuni più popolosi hanno ancora scarse percentuali di ricicloÈ Roverbella (MN) il vincitore assoluto della sesta edizione di Comuni Ricicloni Lombardia. I riconoscimenti assegnati da Comuni Ricicloni Lombardia sono stati presentati questa mattina durante una conferenza a Milano, a cui hanno partecipato tra gli altri Damiano Di Simine, presidente Legambiente Lombardia, Andrea Poggio, vicedirettore Legambiente e l’assessore regionale al Territorio e Urbanistica Daniele Belotti..Il piccolo comune si è imposto in classifica ottenendo il primo posto grazie ad un indice di buona gestione , con una elevata percentuale di raccolta differenziata (78,6%) . Al secondo posto troviamo Paderno Franciacorta  e al terzo Marmirolo, un altro comune mantovano in gran parte dovuto ad una raccolta differenziata che raggiunge addirittura l’85,3%.

Nella categoria dei capoluoghi è Lecco ad aggiudicarsi il premio di Legambiente:, seguono Bergamo e Monza, mentre tutti gli altri capoluoghi restano esclusi dalla classifica. Tra le altre categorie, merita una menzione il primo tra i comuni sopra i 10.000 abitanti: Travagliato (BS), con una percentuale di differenziata del 73,6%, dimostra che non è necessario essere piccoli comuni per conseguire risultati eccellenti.

Niente da fare, per la città di Milano, la cui raccolta differenziata (dato del 2009) è ferma poco sopra il 34%: un valore lontanissimo dal minimo richiesto per ottenere un qualsiasi piazzamento nell’ ottica della classifica di  Legambiente, che ha alzato l’asticella della soglia minima, per questa edizione, al 50% di raccolta differenziata per i comuni con più di 10mila abitanti e al 55% per i più piccoli.

Nel confronto tra province, le differenze sono ancora molto forti: se le province di Cremona e Lecco nel loro complesso sfiorano il 60% di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, quella di Pavia invece si ferma al 28%, mentre Brescia è penultima al 41%.

“Il dato medio per l’intera Lombardia è pari al 48% – è la valutazione di Andrea Poggio, vicedirettore nazionale Legambiente -, in aumento rispetto agli anni passati, ma non abbastanza per primeggiare rispetto alle regioni confinanti, che corrono molto più veloci. La Lombardia disperde ancora nelle discariche e negli inceneritori un terzo del potenziale in materie prime e la metà del potenziale di energia, che sarebbe possibile recuperare con impianti di biogas per la generazione di biometano da distribuire nella rete”.

“In Lombardia continua la marcia per migliorare la gestione dei rifiuti – dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – ma ci sono sacche di territorio regionale che fanno resistenza passiva al cambiamento. Tra questi in particolare la provincia di Pavia, dove solo 3 comuni entrano in classifica, e molte città, in primis Brescia e Milano».

La classifica di “Comuni Ricicloni” non valuta solo la percentuale di raccolta differenziata per attribuire le postazioni in graduatoria: essa infatti tiene conto di una serie di indicatori che, complessivamente, permettono di valutare la buona gestione dei rifiuti a livello municipale, con riferimento alla qualità del servizio, alla prestazione tariffaria, agli sforzi per conseguire, in primo luogo, la riduzione complessiva dei rifiuti prodotti. Impressionante è il dato regionale rilevato: un miliardo di chili di CO2 risparmiati ogni anno.  Una buona prestazione che tuttavia è ancora da migliorare , visto che all’appello dei “ricicloni” manca il 57% dei comuni e addirittura 1 comune su 4 non raggiunge nemmeno il 35% di raccolta differenziata, quota a cui si doveva arrivare nel 2003 secondo il Decreto Ronchi. E se tra i piccoli comuni si conferma il trend positivo degli ultimi anni, alcuni fanno balzi da gigante arrivando a totalizzare in un solo anno miglioramenti anche del 40%, come avvenuto a Monzambano (MN), e di oltre il 30% come a Castrezzato e Coccaglio (BS).

“Amministratori e cittadini possono fare molto per ridurre la dipendenza della nostra regione dagli inceneritori, aumentando la raccolta differenziata e puntando sulla riduzione – conclude Di Simine – Raggiungendo gli obiettivi imposti dalle direttive europee possiamo già dismettere qualche vecchio bruciatore, e a guadagnarci non sarà solo l’ambiente, ma anche le tasche dei contribuenti:, i comuni ricicloni, pagano infatti, tariffe rifiuti mediamente molto più basse di quelli in cui prevale ancora il ricorso agli inceneritori”. 

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Pubblicato il 13 Giugno 2011
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