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Crocetta: “Vizzini ha ancora molto da raccontare”
L'ex-sindaco di Gela commenta positivamente il pentimento del boss Vizzini ma mette in guardia l'intera provincia di Varese: "Fino ad ora c'è stata troppa disattenzione da parte della politica locale"
Rosario Crocetta, ex-sindaco di Gela che la mafia voleva uccidere, non è affatto stupito: «Adesso c’è anche l’omicidio, direi che non manca nulla a Busto Arsizio». Per l’eurodeputato del Pd, Vizzini è un boss di primo piano (da lui dovevano arrivare le armi per uccidere Crocetta): «E’ importante che uno come lui cominci a collaborare – prosegue – ora a Busto e a Varese ne vedrete delle belle, mica penserete che finisce qui». La mafia a Busto c’è da molti anni e i clan, in particolare i Rinzivillo e i Madonia, hanno fatto a tempo ad importare prima gli affiliati, poi l’imprenditoria collusa e infine i capitali da riciclare: «Mi chiedo come sia stato possibile fare tutto questo senza che nessuno muovesse un dito – continua Crocetta – credo che ci sia stata molta disattenzione. All’inizio la si poteva capire ma adesso nessuno può dire che il territorio non sia sotto l’attacco di diverse organizzazioni criminali. C’è anche la ‘ndrangheta e c’è anche la camorra».
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Ma per Crocetta Busto e tutta l’area intorno a Malpensa hanno la forza per reagire: «In questi 4 anni ho visto nascere una serie di movimenti di opposizione al fenomeno mafioso – prosegue – ad esempio con i ragazzi di Ammazzateci tutti e anche alcuni imprenditori, sia bustocchi che gelesi, hanno alzato la testa e hanno denunciato i tentativi di estorsione. Questi imprenditori hanno il merito di aver aiutato le forze dell’ordine e le procure a far arrestare il clan di Vizzini». A questo seme deve seguire, secondo Crocetta, l’impegno da parte delle istituzioni e delle associazioni di imprenditori e commercianti per creare un comitato antiracket: «Serve un’organizzazione sul modello di quelle che sono sorte in Sicilia – dice il politico siciliano – io mi rendo disponibile per dare una mano e mi piacerebbe già in autunno organizzare qualcosa a Busto Arsizio. La politica, gli imprenditori e la prefettura si devono organizzare per controllare le imprese in odore di mafia, quelle che possono aver aiutato le organizzazioni criminali a riciclare capitali». Gli arresti non bastano a deradicare il fenomeno? «Assolutamente no, la mafia ha ormai puntato da anni sui colletti bianchi, sugli imprenditori in difficoltà che hanno bisogno di soldi – conclude – non basta verificare il certificato antimafia della Camera di Commercio, serve una struttura che controlli più a fondo».
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