Inda, prove di occupazione
Dopo l'assemblea i lavoratori hanno sfilato negli uffici dei dirigenti e nei corridoi dell'azienda. Venerdì mattina i delegati di Fiom Cgil e Fim Cisl attesi in Provincia. «Per noi lavoratori è un'umiliazione».
«Pensavamo che l’azienda almeno alla fine si comportasse diversamente. Per noi lavoratori questa situazione è umiliante». Umberto Bicelli, rappresentante sindacale della Inda di Caravate, ha appena terminato l’assemblea con i colleghi di lavoro. Un’ora e mezza di confronto e di «sconforto», sottolinea il sindacalista. «Non ci crediamo più – dice Bicelli – . I posti di lavoro salteranno, ma almeno sulla questione economica l’azienda poteva comportarsi diversamente. Quella che stiamo subendo, ripeto, è un’umiliazione». Nel frattempo gli operai hanno proclamato uno sciopero di mezzora, durante la quale hanno sfilato negli uffici dei dirigenti e nei corridoi della fabbrica, dove tuttora lavorano i dipendenti che dovranno trasferirsi a Vizzola Ticino (una delle due destinazioni, insieme a Pagazzano in provincia di Bergamo, per i lavoratori che non verranno licenziati o posti in cassa integrazione). «E’ stata una dimostrazione di quello che potremmo fare – conclude Bicelli- ovvero occupare la fabbrica. E non è escluso che lo faremo, se ci tratteniamo da procedere per questa via è solo perché non vogliamo far saltare il tavolo delle trattative».
Anche la Provincia di Varese si sta interessando alle vicende della Inda. I delegati sindacali, Giuseppe Marasco, della Fim-Cisl, e Francesca De Musso, della Fiom-Cgil, sono stati infatti convocati a Villa Recalcati dall’assessore Fagioli, per venerdì 28 ottobre, per fare il punto generale della situazione.
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