Moni Ovadia scalda i cuori “sensibili” di Busto
Il popolare attore ha trattato temi come l'arretramento culturale, la legalità e l'immigrazione di fronte ad una platea di oltre 400 persone
Una pulsazione calda e viva nella fredda sera bustocca, così si può definire la serata straordinaria con Moni Ovadia, organizzata dall’associazione il Quadrifoglio di via Lodi, vissuta ieri sera, mercoledì, al Museo del Tessile di Busto Arsizio da oltre 400 persone che sono intervenute. Da registrare che oltre la metà di loro ha seguito in piedi il popolare attore, che è anche protagonista di molte battaglie civili. Le sue parole hanno toccato il cuore dei presenti grazie al pathos che riesce a trasmettere ogni volta. Durante l’incontro pubblico, presentato da Gilberto Squizzato e Marta Clerici, ha interpretato il sentimento di rabbia di una società che, come diceva il titolo, è lacerata. Non solo sotto il punto di vista economico, con grandi squilibri tra ricchi e poveri, ma anche sotto l’aspetto culturale. Le lacerazioni – ha detto Moni Ovadia – sono di carattere morale e conseguenti alla mancanza, ormai diffusa, di legalità . Si ha quasi la certezza del fatto che chi governa questo paese non ha la volontà di servirsi delle armi che gli sono proprie creando nelle persone un senso di inaffidabilità che traspira sempre più forte. Ovadia ha anche toccato il tema dell’immigrazione in relazione anche all’odio e al razzismo che una forza politica ha fomentato, tradendo anche principi religiosi ai quali dice di ispirarsi e cioè il cristianesimo. La serata, seguita con molta attenzione dal folto pubblico, ha dimostrato che anche a Busto Arsizio, luogo che sembra impertubabile dominio di Lega e Pdl, c’è una parte di città sensibile alla profonda crisi sociale, economica e culturale di questo Paese.
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