Crescono le web tv italiane, sono quasi 600

Presentato il rapporto Nitizen 2012, sull'analisi delle piccole televisioni online. Per numero in testa Lazio (102), Lombardia (85), Puglia (63) e Emilia-Romagna (53)

Con il 2012 l’esercito dei videomaker italiani creatori di web tv ingrossa le sue fila, raggiungendo quota 590 “antenne” distribuite in modo piuttosto omogeneo su tutto il territorio nazionale, con una densità maggiore nel Lazio (102), in Lombardia (85), in Puglia (63) e in Emilia-Romagna (53). Le micro web tv sono aumentate in maniera minore rispetto allo scorso anno, registrando una crescita del +11% (nel 2011 se ne contavano 533 con un aumento del +52% sull’anno precedente), ma sono più strutturate e con obiettivi più chiari.

Così il settimo rapporto Netizen, dedicato agli Internet Citizen, ovvero i cittadini digitalizzati videomaker, fotografa una rete italiana più matura. La ricerca annuale è ideata e promossa da Altratv.tv, osservatorio interuniversitario nato a Bologna nel 2004 e oggi vero e proprio network delle web tv italiane: la mappa interattiva pubblicata su www.altratv.tv recensisce 590 “antenne” e consente di navigarle con un semplice clic nell’area geografica di interesse.

 

 Il rapporto Netizen è realizzato da un team di giovani ricercatori presieduti da Veronica Fermani sotto la direzione di Giampaolo Colletti. I ricercatori hanno coinvolto le micro web tv italiane (590) e i media digitali locali (815), tutti mappati dal network Altratv.tv.

Le micro web tv italiane – espressione della cittadinanza attiva digitale “dal basso” – iniziano a fare sul serio, diventando vere e proprie start up. Questi canali svolgono un ruolo di presidio territoriale sempre più permanente, sostituendo o integrando in modo sinergico l’informazione locale fino a qualche tempo fa a stretto appannaggio delle tv locali: informano sulla cronaca e sugli eventi del territorio (33%), denunciano ciò che non va (15% si occupa di inchieste), creano un filodiretto tra cittadini e istituzioni (7% ha rubriche specifiche). E se i finanziamenti legati alla Pubblica Amministrazione diminuiscono attestandosi al 12%, migliorano i rapporti: per il 61% c’è riconoscenza e collaborazione tra web tv e PA (nello scorso anno il dato era fermo al 34%).

 

Piccole web tv crescono: così le antenne nate per caso o per passione si stanno trasformando in vere e proprie realtà imprenditoriali. Realtà sempre più strutturate con apparecchiature tecniche professionali (69%), portali aggiornati quotidianamente (53%, erano soltanto 39% nel 2010) e accessi in crescita, in un ecosistema sempre più digitale: aumentano le web tv con accessi in una forbice compresa tra i 7.000 e i 10.000 contatti unici mensili (30%, erano soltanto il 20% nell’anno precedente) e con oltre 10.000 (28%).

E se all’inizio i contenuti trasmessi venivano confezionati utilizzando per lo più formati noti al piccolo schermo, oggi servizi giornalistici e tg (soltanto 10%) lasciano il posto alle interviste (25%) e rubriche di vario genere (16%). Ma è la trasmissione in live streaming a rappresentare la novità del momento (19%), adottata dalla maggioranza dei canali per trasmettere eventi territoriali specifici (73%). La programmazione è differente rispetto a quella della generalista di certa televisione locale: ci si occupa di cultura (57%), sport (36%), turismo (34%), politica (31%) e cronaca (26%). E c’è anche chi inizia timidamente anche a sperimentare una serialità grazie a web series (8%).

 

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Pubblicato il 18 Gennaio 2012
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