Gli antifascisti presenti alle celebrazioni del 27 gennaio

Il Comitato bustocco annuncia la sua presenza con uno striscione e mette in guardia la città da un possibile ritorno del razzismo più bieco, soprattutto nei riguardi dei nomadi

Il Comitato Antifascista di Busto Arsizio annuncia la sua partecipazione alle celebrazioni per il 27 gennaio, Giorno Della Memoria, e propone una riflessione sul ritorno dei fantasmi razzisti del passato.

 Il Comitato Antifascista presenzierà con il proprio striscione alle prossime celebrazioni pubbliche per la "Giornata della Memoria", perché riconosciamo nella Memoria il primo atto di civiltà che deve dar forma al nostro convivere, ai nostri progetti. Memoria è non dimenticare, è far ricordare ciò che fu, è costruire nel resente alla luce della Storia, tutti i giorni che seguono e precedono il 27 gennaio.

Per questo la Memoria deve metterci in allerta, quando di nuovo si riaffaccia l’idea che uomini e donne possano essere divisi in categorie. Alcuni si ostinano a rinchiudere genti in recinti ad esempio, in questi giorni, in città si parla della difficile convivenza con fratelli e sorelle "nomadi". La Memoria ci racconta che sono i comportamenti innanzitutto da comprendere e poi, se è il caso, da sanzionare e non le persone da stigmatizzare. Le parole sono pietre, travi che si insinuano nelle coscienze, che muovono le scelte e i comportamenti. Fu così l’Italia fascista con le sue leggi razziali e la sua alleanza coi nazisti. Se ci si dimentica il rischio è che ritornino in auge la categoria, la razza, il razzismo, già peraltro diffusi nel parlar comune, e, irresponsabilmente e incivilmente, anche fra chi ha responsabilità in questo Paese che continua però, per gran parte civilmente ostinato, a celebrare e ricordare il 27 gennaio, l’8 marzo, il 17 marzo, il 25 aprile, il 1° maggio, il 2 giugno….il Paese della Resistenza e della Costituzione.

In città in questi giorni si sta anche parlando di un luogo della Memoria all’interno degli spazi del liceo Artistico in Piazza Trento e Trieste, destinato in un prossimo futuro alla Fondazione Blini. La
Memoria di nuovo mette noi antifascisti del Comitato in allerta. La Memoria rivendica il suo spazio a partire da quella sede che fu luogo delle torture agli antifascisti, che fu sede delle Brigate Nere (Villa Calcaterra). La Memoria, essenza viva, ci racconta che se la si chiude in un angolo, prima o poi la si dimentica, o comunque la Memoria, che attraversa la Storia e le vite, percepisce dove i contemporanei l’hanno destinata.

Quel dolore prima vissuto e poi raccontato da chi è sopravvisuto, narrazione etica innanzitutto, formativa, ha diritto ad uno spazio che dia forma di sé, grande appunto quanto il dolore (essere è anche aver luogo). Negli scorsi giorni qualcuno mezzo stampa ha rimproverato che si è ultimamente citato Angioletto Castiglioni "a sproposito". E’ vero. E allora è proprio a proposito di quella storia umana, personale, politica, sua e di tanti altri che resistettero e pagarono, o che pagarono e basta rei della sola colpa di esistere, per tutto ciò e per il domani saremo il 27 gennaio a commemorare, a far Memoria insieme. Ma con una richiesta che parte anche dalla vicinanza che il Comitato Antifascista ha avuto con Angioletto: perché lo spazio dell’Artistico non diventa tutto (non una sala, un locale, un’aula) completamente dedicato ad Angioletto Castiglioni? Possono diventare gli spazi in piazza Trento e Trieste (dove già è collocato il Monumento ai Caduti, quasi che quella piazza proponga anche immagini che specchiandosi si autorinforzano) Spazio alla Memoria? Che la Memoria sia il setaccio con cui valutare il presente, progettare il futuro? Non è un’idea solo nostra (lo fu per alcuni mesi recenti di molte e molti concittadini), non ce ne appropriamo, ma proprio in questa ricorrenza la rilanciamo.

Chi può decidere lo faccia; è sempre il tempo per far la cosa giusta, mossi sinceramente da una Memoria viva e presente tutti i giorni. Angioletto Castiglioni, con gli altri partigiani caduti, con quanti
marchiati da numeri e da stelle e triangoli non tornarono più, con quelli che ancora finché possono raccontano, giganti a cui chiediamo di portarci sulle loro spalle perché è dà lì che meglio possiamo vedere il futuro. Il Comitato Antifascista sarà presente al mattino del 27 gennaio così, fra ricordo di ciò che fu, in lotta nel presente, per una speranza domani.

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Pubblicato il 26 Gennaio 2012
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