Milleproroghe, quinta fiducia per il Governo
469 sì, 74 no, 5 astenuti sul decreto che contiene correttivi per le pensioni. Probabile una seconda lettura. Martedì prossimo il voto
Oggi il Governo Monti ha incassato, sul decreto Milleproroghe, la quinta fiducia dall’inizio del suo mandato. Le prime due, quelle programmatiche, le ha ottenute il 17 e il 18 novembre dello scorso anno segnando (con 281 sì al Senato e 556 alla Camera) il record dei consensi mai ottenuti prima da un Esecutivo. Ecco il quadro dei voti di fiducia, compresi i due iniziali, e i relativi risultati. Senato 17/11/2011 governo 281 sì, 25 no, 1 astenuto. Camera 18/11/2011 governo 556 sì, 61 no, 0 astenuti. Camera 16/12/2011 manovra 495 sì, 88 no, 4 astenuti. Senato 22/12/2011 manovra 257 sì, 41 no, 0 astenuti. Camera 26/01/2012 Milleproroghe 469 sì, 74 no, 5 astenuti.
Il decreto riconosce un regime di favore per l’accesso alla pensione nei confronti di due categorie di lavoratori: gli "esodati" e i precoci. I primi sono i lavoratori che, accettando incentivi economici dall’azienda, si sono licenziati con la prospettiva di maturare il diritto alla pensione in tempi brevi in base ai requisiti anagrafici e contributivi precedenti alla riforma voluta dal ministro del Welfare, Elsa Fornero.
I secondi sono coloro che hanno iniziato a lavorare molto presto, anche prima di 18 anni.Per quel che riguarda gli esodati, il decreto riconosce l’accesso alla pensione in base al vecchio regime a condizione che la data di licenziamento sia precedente al 31 dicembre 2011 e risulti "da elementi certi ed oggettivi". Il lavoratore deve anche aver maturato i requisiti che, "in base alla previgente disciplina pensionistica, avrebbero comportato il conseguimento del trattamento medesimo entro un periodo non superiore a 24 mesi" dall’entrata in vigore del nuovo regime pensionistico.
Montecitorio licenzierà martedì prossimo il provvedimento, che poi andrà all’esame del Senato per la seconda lettura.
Durante l’esame in commissione Bilancio e Affari costituzionali, partiti e governo hanno inserito due emendamenti che introducono nuove deroghe alla riforma delle pensioni contenuta nella manovra correttiva di dicembre.
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