Indagini e accuse, il presidente tedesco si dimette
Al centro dello scandalo ci sarebbe un prestito “privato” di 500mila euro ricevuto a tasso agevolato da un amico e imprenditore. "Manca la fiducia dei cittadini, non c'è altra possibilità che abbandonare questa carica"
Il presidente tedesco si è dimesso con una conferenza stampa convocata d’urgenza dopo l’accelerazione delle indagini nei suoi confronti: «Ho fatto degli errori, ma sono stato sempre in buona fede. C’è bisogno di un presidente che possa dedicarsi completamente alle sfide europee e abbia fiducia ampia dei cittadini. Gli sviluppi di questa settimana hanno dimostrato che questa fiducia non c’è più e quindi non c’è altra possibilità che abbandonare questa carica: oggi perciò mi dimetto».
Il presidente Wulff, oggi al centro dello scandalo, martedì scorso, 13 febbraio, si trovavano a Milano all’università Bocconi. Il presidente tedesco, più o meno paragonabile alla figura istituzionale del presidente della repubblica italiano, era invitato alla conferenza "Italia e Germania, partner forti per l’Europa" dalla quale ha invitato ancora una volta gli stati europei al rigore: «non ci saranno sempre Paesi ‘salvatori’ che corrono dietro agli altri».
Oggi, invece, Wulff è al centro dell’attenzione in patria, per un’accusa di illeciti che lo hanno costretto alle dimissioni. Gli scandali che lo hanno travolto segnalano un rapporto poco trasparente con molti amici imprenditori, con i quali avrebbe intrattenuto anche rapporti economici non chiari.
In particolare ci sarebbe stato un prestito “privato” di 500mila euro ricevuto a tasso agevolato da un amico e imprenditore tedesco, poi rimborsato in circostanze poco chiare.
La notizia delle dimissioni ha causato anche l’annullamento della visita italiana del cancelliere Angela Merkel prevista per oggi.
Wulff è protetto dall’immunità e non può essere indagato e processato, ma ieri i procuratori di Hannover hanno annunciato l’intenzione di chiedere l’autorizzazione a procedere al Parlamento. I leader del partiti tedeschi si riuniranno domani, sabato, per mettersi d’accordo sul successore di Wulff.
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