“Ragazzi, l’Aids colpisce ancora!”
Asl e Comune di Varese lanciano una campagna di informazione rivolta ai giovani sui pericoli legati al virus HIV. Protagonista Leonérd. Troppi i casi di contagio tra i ventenni
«Le nuove generazioni ritengono che l’Aids non ci sia più, che sia stata debellata. Così non prendono precauzioni, non si fanno problemi. E l’età dei contagiati si abbassa» La dottoressa Tiziana Quirino, primario dell’infettivologia dell’ospedale di Busto conferma l’allarme che già lo scorso anno aveva sollevato il collega di Varese Paolo Grossi: « Li intercettiamo perchè pensano di avere la mononucleosi, invece è il primo segnale dell’infezione». È in crescita il numero delle ragazze, tra i 20 e i 24 anni ma anche di età minore, che scoprono di aver contratto l’Hiv: « La mononucleosi è un sintomo occasionale, che si presenta solo in minima parte. I casi, quindi, potrebbero anche essere più numerosi di quelli conosciuti. Ragazze e ragazzi si lasciano coinvolgere in rapporti occasionali e poi ritornano dai propri partner in un circuito che pericoloso».
Passata la grande paura degli anni ’90, quando la nostra provincia viveva la drammatica esperienza della morte per Aids( con i suoi 1921 casi totali è al secondo posto dopo Milano), ottenuti significativi successi tra i tossicodipendenti ( oggi rappresentano solo un quinto della casistica), il virus riaffiora in modo diffuso perchè non c’è più allarme sociale: « È passata l’idea che di Aids non si muoia più – racconta il professor Grossi – Ci sono i farmaci retrovirali che assicurano prospettive di vita lunghe. Ma una vita sotto farmaci, medicine che hanno controindicazioni, non può essere paragonata a una vita sana».
Ragazzi giovani e omosessuali sono le nuove categorie a rischio: « Lo scorso anno abbiamo avuto 34 nuovi casi di cui il 41% era omosessuale e il 39% eterosessuale. Colpisce molto l’età: tra i 20 e i 35 anni, decisamente troppo bassa per una malattia che prevede un perioco di incubazione molto lungo».
E sta tutto nel periodo che passa tra il momento del contagio e quella dei sintomi della malattia conclamata a spingere le autorità sanitarie a intervenire: « La maggior parte dei pazienti arriva da noi dopo i primi segni della malattia – spiega la dottoressa Quirino – quando ormai il sistema immunitario è pesantemente intaccato. Anche i farmaci agiscono con minor efficacia».
Così, l’Asl di Varese ha cercato di creare una rete provinciale per ritornare a parlare ai giovani: « È importante che i ragazzi conoscano i comportamenti a rischio e che eseguano i controlli necessari – spiega la dottoressa Franca Sambo, del dipartimento della Prevenzione – L’Asl effettua controlli gratuiti e anonimi per poter fare diagnosi precoce». « Nei Sert sparsi per tutta la provincia si effettua questo tipo di screening – sottolinea il dottor Vincenzo Marino del Dipartimento delle Dipendenza
– In questi anni il numero dei tossicodipententi affetto da Hiv è notevolmente diminuito, segno che le campagne di informazione e le buone pratiche hanno sortito molti effetti».
Quindi informazione. Per prevenire, però, il disagio dei giovani, si è deciso di utilizzare linguaggio moderno e attuali. Si è coinvolto il Comune di Varese attraverso l’Informagiovani che ha ideato un personaggio, Leonérd, ragazzo ipocondriaco e spaventato dal "gentil sesso" che narrerà le sue vicissitudini fino a decidere di sottoposri al test. Domande e risposte contenute nei protocolli del Ministero della Sanità che fanno da base per i dialoghi di Leonérd con gli amici.
Le strisce di Leonérd saranno divulgate attraverso i social media, Facebook e Twitter, su un blog apposito, ma anche stampate sulle tovagliette di carta che si usano nei pub e che sono di immediata fruizione da parte del pubblico giovane.
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