Buon compleanno Rita Levi Montalcini
La premio Nobel compie 103 anni. Una lunga carriera di successi fino al massimo riconoscimento scientifico. Gli auguri del presidente Napolitano, di molti esponenti politici e della società civile
Cento tre candeline per Rita Levi-Montalcini, premio Nobel per la medicina e figura nobilissima della scienza italiana.
Il Presidente Giorgio Napolitano ha espresso i più affettuosi auguri per il suo compleanno. Altri politici come Schifani, Finocchiaro, Fini, Chiti, Alemanno e Zingaretti hanno augurato alla Montalcini un felice compleanno. Anche il web festeggia il premio Nobel italiano: in Italia il suo nome è tra i trending topic di Twitter e sulla pagina Facebook a lei dedicata si moltiplicano gli auguri degli utenti.
Con lei si celebra un secolo intero nella vita della Patria, di cui rappresenta le eccellenze tanto invocate quanto alla prova dei fatti neglette, se non perseguitate. La passione e l’intelligenza, l’equilibrio e il rigore, l’avventura della conoscenza, un ponderato ottimismo, l’esercizio illuminato e aperto della ragione sono le chiavi di lettura di una lunghissima esistenza spesa per la ricerca, in apparenza in uno studio distaccato e lontano dai temi dei più, in realtà per il bene di chi soffre e il progresso della scienza.
Gli ultimi libri
"Elogio dell’imperfezione" è l’ultimo lavoro autobiografico. Tre anni fa, in concomitanza con il suo centesimo compleanno, uscì sua biografia "Cronologia di una scoperta", per i tipi di Baldini, Castoldi e Dalai: negli ultimi anni Rita levi-Montalcini si è infatti distinta anche per una serie di testi a carattere autobiografico e divulgativo, come il "Cantico di una vita" o "Abbi il coraggio di conoscere", titolo-citazione che richiama il famoso "Sapere aude" di Immanuel Kant, il prussiano massimo cantore della ragione umana.
L’impegno nella scuole
Nè all’inossidabile professoressa mancano le energie per girare ancora oggi fra scuole e università, incontrando quei giovani in cui ripone la sua fiducia per il futuro della scienza. In un mondo di cupi pessimisti, è in certo senso una mosca bianca: una testimone di quell’ottimismo scientifico che improntò di sè due secoli, l’Ottocento e il Novecento. Cosa che non le ha impedito di porsi le domande chiave del nostro tempo e di cogliere anche i temi dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile, concetti sconosciuti o quasi durante la sua gioventù. Niente male insomma, per una ragazza che aveva inizialmente ben poca fiducia in sé: i fatti le hanno dato ragione e ne hanno fatto, al contrario, un punto di riferimento.
La sua vita
Con lei si celebra un secolo intero nella vita della Patria, di cui rappresenta le eccellenze tanto invocate quanto alla prova dei fatti neglette, se non perseguitate. La passione e l’intelligenza, l’equilibrio e il rigore, l’avventura della conoscenza, un ponderato ottimismo, l’esercizio illuminato e aperto della ragione sono le chiavi di lettura di una lunghissima esistenza spesa per la ricerca, in apparenza in uno studio distaccato e lontano dai temi dei più, in realtà per il bene di chi soffre e il progresso della scienza.
Gli ultimi libri
"Elogio dell’imperfezione" è l’ultimo lavoro autobiografico. Tre anni fa, in concomitanza con il suo centesimo compleanno, uscì sua biografia "Cronologia di una scoperta", per i tipi di Baldini, Castoldi e Dalai: negli ultimi anni Rita levi-Montalcini si è infatti distinta anche per una serie di testi a carattere autobiografico e divulgativo, come il "Cantico di una vita" o "Abbi il coraggio di conoscere", titolo-citazione che richiama il famoso "Sapere aude" di Immanuel Kant, il prussiano massimo cantore della ragione umana.
L’impegno nella scuole
Nè all’inossidabile professoressa mancano le energie per girare ancora oggi fra scuole e università, incontrando quei giovani in cui ripone la sua fiducia per il futuro della scienza. In un mondo di cupi pessimisti, è in certo senso una mosca bianca: una testimone di quell’ottimismo scientifico che improntò di sè due secoli, l’Ottocento e il Novecento. Cosa che non le ha impedito di porsi le domande chiave del nostro tempo e di cogliere anche i temi dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile, concetti sconosciuti o quasi durante la sua gioventù. Niente male insomma, per una ragazza che aveva inizialmente ben poca fiducia in sé: i fatti le hanno dato ragione e ne hanno fatto, al contrario, un punto di riferimento.
La sua vita
La senatrice a vita (lo è dal 2001, su indicazione del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi) è nata il 22 aprile 1909 a Torino insieme alla gemella Paola, venuta a mancare nove anni or sono, da mamma Adele e papà Adamo, ingegnere e imprenditore. Cresciuta in una famiglia della buona borghesia, di formazione laica, la giovane Rita studia medicina all’università della sua città con il luminare Giuseppe Levi (padre della scrittrice Natalia Ginzburg), e si appassiona allo studio di un elemento di eccezionale complessità come il sistema nervoso, un tema che non avrebbe più abbandonato e che l’avrebbe portata a risultati di valore assoluto e a grande notorietà. Ebrea di tradizione sefardita, ripara in Belgio dopo le leggi razziali fasciste del 1938, per tornare in Italia quando quel Paese viene travolto dalla Wehrmacht hitleriana due anni dopo.
Sfuggita alla furia sterminatrice dei nazisti nascondendosi a Firenze, Montalcini emigrò poi per lavoro negli Stati Uniti dove rimase trent’anni, dal 1947 al 1977, presso il dipartimento di Zoologia della Washington University nel Missouri.
Le scoperte scientifiche
Fu al dipartimento di Zoologia della Washington University nel Missouri che nel 1951-52 che fece la sua più celebre scoperta, quella del fattore di crescita nervosa (Nerve Growth Factor, NGF) che regola lo sviluppo dei sistemi nervosi. Con gli studi che seguirono – in particolare nel 1971 l’esatta determinazione della struttura proteica del NGF, condivisa con Ruth Hogue Angeletti – la scoperta guadagnò infine alla Montalcini e al collega americano Stanley Cohen il Premio Nobel per la Medicina del 1986.
Il rientro in Italia
Al di là della lunga parentesi americana, che offrì alla ricercatrice quelle risorse e quegli spazi di libertà impensabili nell’Italia delle baronie e dei finanziamenti al contagocce, dal 1961 al 1979 la ricercatrice ha collaborato in patria con il CNR, prima con il centro di ricerche di Neurobiologia, poi con il Laboratorio di Biologia; anche dopo il (teorico) ritiro per ragioni d’età ha continuato fino al 1995 la collaborazione come guest professor e in seguito come "superesperta", approfondendo gli studi sul fattore di crescita nervosa e identificandone nuove sorprendenti funzioni biologiche. Innumerevoli i riconoscimenti nazionali ed internazionali ricevuti dai più prestigiosi organismi, tra i quali ben quattro lauree honoris causa.
La fondazione
Le scoperte scientifiche
Fu al dipartimento di Zoologia della Washington University nel Missouri che nel 1951-52 che fece la sua più celebre scoperta, quella del fattore di crescita nervosa (Nerve Growth Factor, NGF) che regola lo sviluppo dei sistemi nervosi. Con gli studi che seguirono – in particolare nel 1971 l’esatta determinazione della struttura proteica del NGF, condivisa con Ruth Hogue Angeletti – la scoperta guadagnò infine alla Montalcini e al collega americano Stanley Cohen il Premio Nobel per la Medicina del 1986.
Il rientro in Italia
Al di là della lunga parentesi americana, che offrì alla ricercatrice quelle risorse e quegli spazi di libertà impensabili nell’Italia delle baronie e dei finanziamenti al contagocce, dal 1961 al 1979 la ricercatrice ha collaborato in patria con il CNR, prima con il centro di ricerche di Neurobiologia, poi con il Laboratorio di Biologia; anche dopo il (teorico) ritiro per ragioni d’età ha continuato fino al 1995 la collaborazione come guest professor e in seguito come "superesperta", approfondendo gli studi sul fattore di crescita nervosa e identificandone nuove sorprendenti funzioni biologiche. Innumerevoli i riconoscimenti nazionali ed internazionali ricevuti dai più prestigiosi organismi, tra i quali ben quattro lauree honoris causa.
La fondazione
"Personalmente – scrive la Montalcini sulla home page della sua Fondazione – ho dedicato la mia vita alla ricerca e al sociale. La vita ha valore se non concentriamo l’attenzione soltanto su noi stessi ma anche sul mondo che ci circonda.
Sono pervenuta a tale decisione in base all’esigenza di far fronte a una delle maggiori problematiche che gravano sulle popolazioni dell’Africa, che consiste nel mancato accesso all’istruzione per la quasi totalità delle appartenenti al sesso femminile".
La politica
Negli anni del governo Prodi Rita Levi-Montalcini si è ritrovata, quasi suo malgrado, a giocare anche un ruolo politico. Inopinatamente, la maggioranza sul filo del rasoio dipendeva spesso dal pugno di senatori a vita: e lei non è mai mancata in aula nei momenti decisivi, subendo anche gli indegni sfottò di un esponente della minoranza che ironizzava pesantemente sulla sua età e la invitava a dotarsi di stampelle. Memorabile la risposta, durante una maratona di voto notturno al Senato: "ma ce la farà Storace fino a tardi? Se ha difficoltà, gli presto una stampella".
Negli anni del governo Prodi Rita Levi-Montalcini si è ritrovata, quasi suo malgrado, a giocare anche un ruolo politico. Inopinatamente, la maggioranza sul filo del rasoio dipendeva spesso dal pugno di senatori a vita: e lei non è mai mancata in aula nei momenti decisivi, subendo anche gli indegni sfottò di un esponente della minoranza che ironizzava pesantemente sulla sua età e la invitava a dotarsi di stampelle. Memorabile la risposta, durante una maratona di voto notturno al Senato: "ma ce la farà Storace fino a tardi? Se ha difficoltà, gli presto una stampella".
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