I Velo Ok “invadono” la città. E il piede sparisce dall’acceleratore
Si concluderà nei prossimi giorni l’installazione del nuovo sistema di prevenzione delle infrazioni al codice della strada. Ma le polemiche non sono destinate a finire altrettanto velocemente.
Quando li vedono gli automobilisti rallentano, qualcuno inchioda. Il grosso cassone arancione, le luci led lampeggiantie l’indicazione del limite da velocità da mantenere in quel tratto di strada hanno un effetto quasi istantaneo sulla velocità dei veicoli in transito. La paura di incorrere in una contravvenzione spinge il piede a spostarsi dal pedale dell’acceleratore a quello del freno ma, superato l’ostacolo, il "piede intraprendente" cerca subito di tornare sulla sua posizione iniziale. E invece no. In lontananza spunta un’altra colonnina e la paura di un’altra multa blinda la lancetta sul cruscotto sotto i 50 km orari.
E’ proprio questo l’intento del sistema Velo Ok che da qualche tempo sta obbligando alla cautela gli automobilisti che percorrono le strade cittadine. «Vogliamo ottenere un effetto dissuasivo e non punitivo», spiegava qualche mese fa Paolo Goglio, coordinatore nazionale del progetto, durante la presentazione del progetto a Palazzo Gilardoni. I Velo Ok, infatti, sono solo alloggiamenti per autovelox, non sono rilevatori di velocità veri e propri. Per la maggioranza del tempo, infatti, sono vuoti. Solo all’occorrenza -e alla presenza di una pattuglia di vigili- si può installare al loro interno un rilevatore di velocità. Ma cosa ci sia nel Velo Ok durante il loro passaggio gli automobilisti non lo sanno e così, nel dubbio, il piede non insiste sull’acceleratore.
In tutta Busto, per questa prima fase di intervento, sono 10 i Velo Ok installati. Sul viale Boccaccio (dal viale Toscana fino alla rotonda del quartiere di Santa Croce) e sulla zona finale della via Magenta (verso Borsano) una sequenza di colonnine spingeranno gli automobilisti a non oltrepassare il limite di 50 km/h. Ma ci saranno anche installazioni singole. In via Piombina, ai piedi del cavalcavia, sono già arrivati due Velo Ok (uno per senso di marcia) mentre nei prossimi giorni ne comparirà uno anche in via Castellanza.
Ultima zona di installazione è via Quintino Sella ed è proprio su uno dei due Velo Ok installati qui, quello in direzione superstrada che, tra l’altro, è già stato vandalizzato, che si sono accese le polemiche. Sono in molti, anche tra i nostri lettori, ad aver avuto qualche dubbio sull’utilità dell’installazione di una colonnina a pochi metri dalla fine di una rotonda. Superare i 50 km all’ora, in quel tratto di strada, è pressoché impossibile ma l’assessore alla sicurezza, Claudio Fantinati, difende la decisione. «Dietro al posizionamento dei Velo Ok vi è uno studio preciso da parte di una società appositamente incaricata», afferma Fantinati sostenendo, quindi, che anche quella zona rientra tra i parametri valutati dalla commissione di esperti per incidentalità e velocità.
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