I petrolieri sbarcano a Gallarate?

Enel Development vorrebbe fare esplorazioni nel sottosuolo in tutta l'area intorno a Malpensa. L'assessora Cinzia Colombo è contraria: "Pedemontana, tunnel, superstrade: non ci facciamo mancare niente"

A Gallarate ci sarà il petrolio, da qualche parte? Per ora di trivelle, nemmeno l’ombra. Ma Enel Longanesi Developments Srl è intenzionata a cercarlo, il petrolio, e ha presentato una richiesta che ora finisce anche all’esame del Comune di Gallarate, che non nasconde qualche perplessità. «La richiesta di permesso vuole valutare la presenza di idrocarburi nel sottosuolo di un’area di 592,5 kmq nelle provincie di Varese, Milano e Novara. In tale area è ricompreso il Comune di Gallarate assieme ad alcuni comuni della zona (Casorate Sempione, Somma Lombardo, Cardano al Campo, Samarate, Ferno, Vizzola Ticino, Lonate Pozzolo)» spiega l’assessora all’ecologia Cinzia Colombo.

Per ora siamo alla fase di valutazione preliminare, la cosidetta "non assogettabilità a VIA". La ricerca prevede una prima fase conoscitiva di studio e approfondimento dei dati di geologia di superficie e di sottosuolo, con l’acquisto e il trattamento di linee sismiche che "segnalino" la prsenza di eventuali giacimenti. «Se le carte dovessero accertare un sottosuolo dove potenzialmente sono presenti di idrocarburi, seguirebbe una fase esecutiva che contempla interventi sul territorio per l’eventuale acquisizione di un rilievo sismico e la possibilità di ubicare un pozzo esplorativo, soggetto a procedura di VIA, della profondità tra i 3.200 e 7.000 metri».

L’operazione espolorativa – con onde sismiche, ma eventualmente anche con piccole cariche esplosive per generare le onde – non lascia tranquilla l’amministrazione gallaratese. «Ora ci manca giusto il pozzo esplorativo (che scende fino a 7000 metri di profondità, molto più giù di quanto sale coi suoi 4810 metri il Monte Bianco). Non bastano i già tanti interventi previsti sul territorio, dal nuovo Master plan di Malpensa (con tanto di tunnel ferroviario sotto Moriggia con riemersione per il collegamento con la ferrovia esistente al Bettolino) alla bretella della Pedemontana a consumare suolo verde fra Madonna in Campagna e Arnate. Pozzo esplorativo che, è evidente, dovesse trovare gas o petrolio, si farebbe permanente con annessi e connessi. Per questo ritengo che oramai non si possa più valutare l’impatto ambientale della singola opera in sé, ma che serva, a partire dallo stato attuale dell’inquinamento dell’area e del suolo, valutare gli effetti cumulativi dei diversi interventi previsti sul territorio attraverso una VAS (Valutazione Ambientale Strategica). E che pozzi per estrarre idocarburi sul territorio del Comune di Gallarate proprio non ci stanno: la nostra città e noi che la abitiamo non reggeremmo anche l’impatto ambientale di una trivellazione. Come ugualmente non la reggerebbero altri territori. Per questo credo sia ora di abbandonare una politica energetica ancora basata sul fossile e investire invece su energie rinovabili e sostenibili. Come abbiamo fatto aderendo, a Gallarate, al Patto dei Sindaci. Checché ne pensi il ministro Passera col suo decreto sviluppo. Che in questo caso, dove non ci sono banche e interessi economici forti da difendere, non ascolta l’Europa».

Nessun petroliere gallaratese, dunque? Par proprio di no. Riprendendo una celebre battuta di un film che citava la città lombarda: Gallarate e il Texas resteranno ben lontane, per ora.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 30 Agosto 2012
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