“Depuratori e gestione Unesco del Monte san Giorgio: perchè i comuni non si uniscono?”
Alessandro Colomba, consigliere di opposizione a Clivio per Movimento Libero, pone una domanda nei confronti delle amministrazioni di Clivio, Saltrio e Viggiù: chiedendo conto anche dei ritardi
La legge n°42/2009 impone che i comuni con popolazione inferiore a 5000 abitanti esercitino obbligatoriamente in forma associata, mediante unioni di comuni o convenzione, la quasi totalità delle funzioni fondamentali (sono esclusi la tenuta dei registri di stato civile e di popolazione e compiti in materia di servizi anagrafici nonché in materia di servizi elettorali e statistici, nell’esercizio delle funzioni di competenza statale). La legge, oserei dire finalmente, ci pone su un piatto d’argento la possibilità di iniziare un vero cambiamento del nostro territorio.
Due piccoli esempi (il depuratore e la gestione Unesco) per chiedersi se non sia giunto il momento di dare al nostro territorio, con i tre paesi a sud dell’area Unesco di Monte S. Giorgio (Clivio, Saltrio e Viggiu’), l’opportunità concreta di cambiare marcia, di allargare e integrare i servizi offerti ai cittadini, di ottimizzare l’organizzazione, di aumentare le opportunità di investimento, di aumentare il peso istituzionale; due esempi che mettono in evidenza quanto i piccoli comuni siano ormai vittima dell’inefficienza e della dispersione di energie che non giova a nessuno, se non a chi non vuole o non ha il coraggio di cambiare una situazione tutta Italiana, che cerca certezze rimescolando sempre il solito minestrone.
"Arrangiatevi!" Questa è stata la risposta della maggioranza all’ultimo consiglio comunale di Clivio. La proposta era quella di muoversi unanimi verso il diffuso disinteresse delle vicine amministrazioni comunali cosi come delle amministrazioni direttamente delegate. A farne le spese sono i cittadini. Si intende tutti i cittadini, poiché il cattivo funzionamento del depuratore a servizio di Viggiù e Saltrio lo pagano di propria tasca i cittadini degli stessi paesi corrispondendo una tassa di depurazione di un depuratore inefficiente; ma lo paghiamo tutti noi poiché lo scempio ambientale di un fiume inquinato (come l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente ha confermato) che attraversa il territorio di Clivio, è affare di tutti noi che subiamo l’inefficienza di chi ci amministra. E io pago… diceva il famoso slogan.
La cosa ancora più grave è che questo disinteresse avviene all’interno di un’area dichiarata nel 2010 patrimonio dell’Unesco e su cui si scrivono e si sono scritte intere pagine che ne decantano progetti e risultati previsti. Eppure la tanto invocata commissione Unesco, deputata alla gestione dell’area di Monte S. Giorgio dopo oltre due anni non ha visto la luce e intanto il comune di Clivio, capofila della gestione, arranca dietro a progetti tanto lungimiranti e avanzati quanto inconcreti e seriamente gestibili. Si chiedono finanziamenti sulla base di nulla di concreto, si inseguono idee e intanto le risorse vengono impiegate per inseguire idee, con le idee si ammaliano gli ignari cittadini e gli anni passano mantenendo sostanzialmente al palo un fantastico territorio, in cui i veri problemi vengono gioco forza accantonati. Basta pero’ attraversare il confine, entrare in Svizzera e vedere invece che la concretezza di tante piccole idee prende sostanza in un territorio identico al nostro ma pulito, organizzato ed efficiente. Poi quando i nostri amministratori si accorgo di essere indietro corrono ai ripari, “facendo e disfando”; ma come ci insegnano i nostri nonni “le cose fatte di corsa vengono sempre male”.
Proponiamo quindi di iniziare questo percorso, che da anni alcune menti illuminate dei nostri paesi già propongono, formando una commissione intercomunale che possa studiare a livello istituzionale la possibilità e i modi di vedere i paesi di Clivio-Viggiù e Saltrio unitariamente gestiti all’interno di un territorio che già oggi condivide numerosi elementi. Questa è la nostra proposta, questo è il nostro pensiero e il nostro appello che porteremo in consiglio comunale e che chiediamo venga portato negli altri consigli comunali, di Viggiù e Saltrio, da chi ha veramente a cuore il nostro territorio. Vedremo quale sarà la risposta; sarà il buon senso o la “cadrega” a prevalere ?
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