Tra la Madonnina o il Lago “a me cosa cambia?”
Mentre a Palazzo Gilardoni gli opinionisti discutono sul futuro della città, per le strade i dubbi sono tanti e le certezze poche.
Le possibili strade sono tre: iniziare a definirsi milanesi (e non solo in vacanza) entrando nell’area metropolitana del capoluogo lombardo, oppure diventare membri di una maxi provincia che da Malpensa arriverebbe fino a Livigno o ancora entrare in una non meglio definita provincia dell’Alto Milanese con le città della zona nord di Milano. Davanti a queste tre ipotesi, i bustocchi sono molto dubbiosi. «A me che cambia?» chiede una signora mentre fa passeggiare il suo cane per le vie del centro. In effetti, al momento, è difficile dirlo. «Non voglio diventare una remota periferia milanese», commenta un altro passante, ma neanche «estremo avamposto di una gigantesca provincia». E quindi? «Liberiamoci definitivamente di Milano». Anzi no. «Avviamo un rapporto più stretto con il capoluogo». Anzi no. «Uniamoci ai comuni della zona per pesare di più». Intanto risuona l’eco della domanda di quella signora: “a me che cambia?”.
In questo mare magnum di considerazioni, forse nessuno ha ben chiaro cosa potrebbe succedere scegliendo una strada piuttosto che un’altra. C’è chi, come l’assessore regionale Ruffinelli, paventa addirittura il rischio di un solo sindaco per tutta l’area metropolitana (anche se, al momento, non è previsto, ndr) o chi proprio non vorrebbe «dover arrivare fino a Como o Sondrio per un documento, siamo pazzi?». E anche gli opinionisti chiamati dall’amministrazione comunale ad esprimere le proprie considerazioni sul tema sono piuttosto incerti su cosa effettivamente comporterà la scelta. Milano, forte del suo potere, risucchierà tutto e tutti o si avvierà un processo positivo per l’intera area metropolitana? Che forza avrebbe una Provincia dell’Alto Milanese? La nuova maxi provincia di Como sarà decentrata su tutto il territorio? Sì, no, chissà. Queste sono tutte domande a cui non si possono dare risposte, si possono fare solo congetture. E intanto c’è anche chi scherza: «Se cambieranno anche i numeri delle strade provinciali, dovremo aggiornare tutti i navigatori».
Ma intanto il tempo passa e il comune ha tempo solo fino al 27 settembre per prendere una decisione con una votazione del consiglio. Posizione che, comunque, non sarà vincolante.
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