“Ero carico e la luna mi guardava”: 100 chilometri di corsa nel deserto

La lettera di Mario, lo spazzacamino atleta che racconta la sua esperienza di corsa in Nord Africa. “Ce l’ho fatta piangendo e pensando alle mie bimbe”

Mario Paonessa, lo spazzacamino di Cadegliano Viconago ha partecipato ad una corsa nel deserto tunisino dove ha coperto la distanza di 100 chilometri in 11 ore. Il racconto dell’esperienza “mistica” che lo ha portato al traguardo

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sahara foto corsaEeccomi qua, l’avventura e finita.
Siamo partiti da Malpensa alle 17.00 il 25 ottobre, dopo alcuni ritardi alle 21,00 giungiamo a Djerba nell’hotel dove dopo la cena ci accingiamo a passare la notte, al mattino sveglia alle 6.00 colazione e partenza in bus per Chenini luogo della partenza della gara. Altri piccoli disagi (uno dei bus fora), e dopo 2 ore e mezza giungiamo a destinazione. Piccolo giro turistico nella città scavata nel tufo, e alle 12.30 pranzo preparato dallo staff di gara. Si arriva alle 13.30: consegna pettorali. Dopo 2 ore e mezza interminabili, si parte con la luce del sole dopo circa un’ora e mezza la luce svanisce: si accende la luce frontale e il lampeggiante retro. Ora si comincia a ballare.
Fino al decimo chilometro mi trovo nelle prime posizioni in compagnia di Ruzza e Salaris i due favoriti, mi accorgo che non è il mio passo rallento anche per un dolore al tallone che ormai mi perseguita da mesi. Dopo un pit stop dopo il primo ristoro mi trovo quarto, il tallone fa male e perdo alcune posizioni transitando al 2° ristoro posto al 40 km in 11° posizione mangio delle banane bevo coca cola e red bull e riparto, le gambe girano bene, dopo alcuni km riprendo un concorrente che mi precedeva, mi carico, proseguo penso alle mie bimbe piango pensando a loro mi carico sono solo nel deserto sto bene, transito al 60° altro ristoro, dove c’è la possibilità anche di mangiare della pasta o della minestra oltre a dei lettini dove riposare: ancora banane, coca e red bull; sto da Dio prima di ripartire mi informano che il favorito Salaris è ritirato e anche altri che sono avanti non vanno benissimo. Mi carico e riparto, dopo alcuni km percorrendo la pista parallela all’oleodotto in lontananza scorgo delle luci, mi dico “devo andare a prenderli”. Nel giro di 6 km li raggiungo scambio due parole e via. Li lascio e vado, loro non ne hanno più, io sono carico, la luna a 3/4 mi illumina la pista, giungo al km 80 ultimo ristoro e al mio arrivo trovo 2 concorrenti che partono al mio arrivo. Mi informano che sono 6, riparto intenzionato ad andare a prenderli, ora inizia il vero deserto, al km 85 iniziano le dune, primo km in 15′ da morire mi riconcentro e proseguo che fatica le dune al km 90 raggiungo un altro atleta: sono 5°. Giungo al traguardo in 11 ore e 21 minuti 4° uomo 5° assoluto.
Vince Ruzza in 9ore e 20, 2° e prima donna Figini Katia in 10:50’; l’amarezza è di essere arrivato a soli 10′ dal podio in una gara di 11 ore. Il mio amico e compagno di avventura Pezzini 39° in 14 ore e 20’: a 61 anni grande impresa.
È stata un’ esperienza unica, emozionante e fantastica che mi ha dato la possibilità di riflettere su molte cose.
Saluti, Mario

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Pubblicato il 30 Ottobre 2012
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