La Compass taglia i piani alti, mobilità “a sorpresa” per 824 persone

La multinazionale leader nella ristorazione aziendale e scolastica ha annunciato la procedura senza avvertire il sindacato. Scioperi e presìdi in provincia di Varese e Milano

I lavoratori della Compass Group, multinazionale leader a livello nazionale nel settore della ristorazione aziendale, sanitaria e scolastica, hanno scioperato dopo che la società ha annunciato la mobilità per 824 persone, l’11% della forza lavoro.
In provincia di Varese hanno manifestato all’entrata della Mazzucchelli di Castiglione Olona, azienda che si serve dei servizi mensa della Compass, e alla Pomini di Castellanza, mentre due presìdi si sono svolti a Milano davanti alla sede del gruppo e a quella di Confcommercio.
«Lo sciopero – spiega Carmen Ventre della Filcams Cgil – è stato indetto perché la Compass ha annunciato la mobilità senza aver prima interpellato le organizzazioni sindacali, come normalmente si dovrebbe fare. Inoltre, per come hanno individuato i profili da tagliare sono facilmente identificabili, altro aspetto non accettabile. Quindi chiediamo di ritirare la mobilità, nonostante nell’ultimo incontro i vertici aziendali hanno manifestato la volontà di continuare per questa strada».
La mobilità «a sorpresa» riguarda per lo più livelli alti, come ad esempio Maurizio Martignoni, direttore del servizio mensa della Pomini di Castellanza e rsa (rappresentante sindacale aziendale). «Hanno colpito i livelli organizzativi: dai sedici dirigenti in giù si è sparato a raffica – dice Martignoni -. E siccome noi siamo spalmati su tutto il territorio nazionale è ovvio che quando si parla di un ufficio o una mensa dove c’è uno in attività e uno in esubero si capisce subito qual è l’esubero, con situazioni imbarazzanti».
Per sgomberare il campo da ogni ambiguità i 90 direttori della Compass sono tutti in esubero, nessuno escluso. «Nella lettera di spiegazione – continua il rappresentante sindacale – ci hanno detto che al posto del direttore ci saranno due nuove figure che non si capisce bene se saranno ricoperte dagli ex oppure no».
A confusione si somma confusione, perché nella mobilità sono coinvolte categorie diverse con diversi contratti. Martignoni è uno dei senior, lavora in Compass dal 1983, quando l’azienda si chiamava ancora Onana, e dopo una serie di passaggi in altre aziende nel 2003 è approdato nuovamente alle origini. «Le ragioni di fondo della crisi del settore ci sono, ma la casa madre ha chiesto un rientro dei costi nonostante Compass Group sia in attivo dell’8%. C’è un contrazione dell’utile nel sud Europa, è vero, ma non si capisce perché in Spagna ci sono solo 80 esuberi e in Portogallo non ce ne sono stati del tutto». Il sindacalista prova a fare un’ipotesi: «L’amministratore delegato italiano ha approfittato della mancanza di giurisprudenza dopo l’introduzione della legge Fornero».
È molto probabile invece che le logiche di questa mobilità siano quelle tipiche delle multinazionali, per cui gli azionisti chiedono che il loro capitale venga remunerato adeguatamente, nonostante la crisi, altrimenti si cambia aria. «La Compass – spiega Martignoni – opera nel settore della ristorazione che in Italia non puo’ essere gestito secondo il modello McDonald, quindi non puoi standardizzare il servizio altrimenti lo paghi dopo. Molti clienti famosi stanno guardando questa operazione con sospetto».
L’annunciata ristrutturazione comunque un effetto lo ha ha già sortito: «Da una parte le organizzazioni sindacali impegnate nella trattativa hanno rafforzato la loro unità, dall’altra il 99% dei dipendenti si è iscritto a sindacato».

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Lavoratori Compass in sciopero 4 di 6
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Pubblicato il 30 Novembre 2012
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