Bombe e proiettili, vicino al cimitero l’arsenale della mafia
Squadra Mobile e uomini del commissariato di Busto hanno ritrovato una consistente parte dell'arsenale del clan gelese dei Rinzivillo a Busto Arsizio. A farle ritrovare le indicazioni del pentito Fabio Nicastro
Erano nascoste 20 centimetri sotto terra nei pressi del cimitero centrale di Busto Arsizio le armi della mafia gelese a Busto Arsizio. A indicare il luogo dove erano celate, almeno dal 2008, è stato Fabio Nicastro, il pentito che per anni è stato uno dei protagonisti delle vicende del clan Emanuello-Rinzivillo di Gela a Busto Arsizio. Proprio qualche giorno fa lo aveva ribadito in aula a Busto nell’ambito del processo a Emanuele Italiano per l’omicidio di Salvatore D’Aleo.
Gli investigatori della Suqadra Mobile e gli uomini del commissariato di Busto Arsizio le hanno trovate, probabilmente sono solo una parte ma quello che è emerso è significativo. La mafia bustocca deteneva un vero e proprio arsenale formato da pistole, kalashnikov (dei quali per ora sono stati trovati solo i caricatori), fucili e anche granate. Una bomba a mano Mk2, infatti è stata ritrovata all’interno di un bidone bianco sotterrato mentre decine di proiettili, cartucce per fucili da caccia e due pistole erano poco distanti avvolte in sacchi di plastica. Le armi sono sotterrate in quel luogo almeno dal 2008 – stando alle dichiarazioni del pentito – e non si sa se sono state già utilizzate per compiere crimini.
Nicastro, dunque, non ha ancora rivelato dove sono nascoste tutte le armi a disposizione della cosca. Manca l’arma che ha ucciso Salvatore D’Aleo, se esiste ancora, e mancano i mitra e i fucili a pompa di cui ha parlato durante l’udienza di martedì. Non è da escludere, dunque, che queste siano ancora sotto terra in altri luoghi. Qualcosa sulla provenienza di quelle ritrovate, invece, l’ha raccontato agli investigatori; essi hanno specificato che quelle ritrovate provenivano in parte da soggetti albanesi e in parte da italiani. Resta comunque impressionante la potenza di fuoco a disposizione dei componenti della banda che ha operato a Busto Arsizio con estorsioni e traffici di droga almeno dal 2003.
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