Carcere e Comune offrono un lavoro ai detenuti
Partirà in primavera la sperimentazione con un primo detenuto che lavorerà nel palazzo comunale alle dirette dipendenze del sindaco Farioli. L'iniziativa nasce nel quadro delle opportunità di reinserimento lavorativo promosse dal consorzio Sol.Co.
Carcere e Comune di Busto Arsizio alleati per il reinserimento lavorativo dei detenuti. E’ stato annunciato questa mattina, giovedì, l’accordo stretto tra l’amministrazione comunale e la dirigenza del penitenziario bustocco per avviare una sperimentazione che, se funzionerà, diventerà uno strumento in più per dare una possibilità a chi esce dal carcere per un ritorno nella società. Il sindaco di Busto Arsizio Gigi Farioli, infatti, ha molto insistito perchè questo progetto vedesse la luce, su spinta del direttore della struttura di via per Cassano Orazio Sorrentini. «Ancora una volta siamo qui a parlare dal carcere per mostrare che qui si lavora bene e che l’immeritata fama di carcere più sovraffollato d’Italia non deve coprire l’eccellenza nel campo del reinserimento sociale e lavorativo dei carcerati – ha detto Farioli commentando l’accordo – per questo abbiamo voluto partecipare a questa possibilità dando la nostra disponibilità alla realizzazione di questa sperimentazione».
Ad entrare nel merito del progetto ci ha pensato Barbara Trebbi della cooperativa "Sol.co" che da anni opera all’interno della casa circondariale nell’ambito dell’area trattamentale, ovvero dove ci si occupa di dare ai detenuti opportunità per non tornare a delinquere, una volta espiata la pena: «La sperimentazione è un modo per andare in controtendenza parlando di un’opportunità di lavoro che si offre alle persone ristrette – spiega la presidente del consorzio – c’è un finanziamento per poter pagare due detenuti che lavoreranno per il Comune di Busto Arsizio». Inzialmente sarà un solo detenuto, a titolo di sperimentazione, poi se ne aggiungerà un secondo. Se questo primo tentativo darà i suoi frutti gli amministratori di Busto non lasceranno morire il progetto, come conferma Mario Cislaghi, presidente della commissione affari sociali: «Vogliamo aiutare anche a livello di piano di zona – spiega – nonostante i tagli possiamo trovare le risorse per dare continuità a questa sperimentazione».
L’assessore ai Servizi Sociali Ivo Azzimonti spiega anche un’iniziativa che si intende inserire in questo progetto: «Il detenuto lavorerà e percepirà uno stipendio per il lavoro svolto – spiega – pensiamo che sia giusto che una parte (simbolica, ndr) del suo guadagno lo consegni alla vittima che ha subito il reato per il quale è stato condannato. Vogliamo, in questo modo, dare un messaggio educativo forte seppur simbolico, di riappacificazione con la società che ha danneggiato con il suo comportamento». Farioli ci ha tenuto, infine, a sottolineare che questo messaggio non deve essere letto in maniera distorta: «Qualcuno potrebbe criticare questa sperimentazione, soprattutto in un periodo di calo delle opportunità lavorative, dicendo che si favorisce chi ha sbagliato a discapito dei tanti disoccupati ma non è così – conclude – e il perchè lo spiega il direttore Sorrentini». Il direttore del carcere ritiene, infatti, che «un detenuto che esce ed è già inserito nel mondo del lavoro ha molte meno probabilità di tornare a delinquere rispetto ad un altro che non ha avuto questa opportunità».
Il progetto potrebbe partire già in primavera – fanno sapere sindaco e assessore – il primo detenuto che verrà inserito sarà alle dirette dipendenze del sindaco ma le mansioni saranno da stabilire nelle prossime settimane, di certo lavorerà all’interno del palazzo comunale. Sarà uno straniero (il 60% dei detenuti in via per Cassano non sono italiani) e dovrà avere determinate caratteristiche che verranno vagliate dalla responsabile dell’area trattamentale in accordo con la comandante della Polizia Penitenziaria: «Si tratterà di un detenuto vicino alla scadenza della pena – spiega la comandante Rossella Panaro – che avrà dimostrato la volontà di reinserimento nella società e, oltre alla buona condotta, sarà fondamentale valutare in che modo avrà partecipato alle attività di recupero offerte dalla struttura». Un nuovo tassello che si aggiunge al laboratorio di cioccolateria e a quello di panificazione per dare opportunità ai detenuti nel carcere bustocco.
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