Cori razzisti, mezzo Milan dal magistrato
Allegri, NIang, El Shaarawy, Boateng e Bonera si sono presentati dal pm Mirko Monti per i fatti di Pro Patria-Milan dello scorso 3 gennaio. Cordone di sicurezza per tenere lontani i giornalisti
Più che una sfilata di giocatori, per i tanti cronisti presenti all’ingresso della Procura di Busto Arsizio, è stata una sfilata di macchine di grossa cilindrata che sono entrate e uscite, una dopo l’altra dal cortile coperto degli uffici giudiziari di largo Giardino. Per tenere lontani i giornalisti, infatti, i giocatori del Milan hanno fatto preparare un cordone di sicurezza che ha visto impegnati Polizia, Carabinieri e guardie giurate. Un apparato che, forse, sarebbe stato più utile due giorni prima quando Balotelli, all’ospedale di Busto Arsizio per le visite mediche, ha attirato circa 200 tifosi che hanno mandato su tutte le furie gli utenti della struttura e persino il sindaco Gigi Farioli.
Bonera, Boateng, El Shaarawy, Niang, Allegri sono entrati uno dopo l’altro nell’ufficio del pubblico ministero Mirko Monti, titolare del fascicolo che vede sei indagati per violazione della legge Mancino sulla discriminazione razziale in seguito ai cori di Pro Patria-Milan del 3 gennaio scorso. I giocatori e l’allenatore, come qualche giorno fa aveva fatto Ambrosini, hanno confermato quello che hanno sentito in campo, l’ormai famoso verso della scimmia che veniva intonato ogni volta che un giocatore di colore milanista toccava il pallone.
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