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“È giornalismo di inchiesta”. Bocciato il ricorso contro Falò
Respinta l'accusa a carico della trasmissione della Rsi che aveva mandato in onda uno speciale dedicato al processo Eternit dal titolo "La multinazionale delle vittime"
Nessuna norma è stata violata con il servizio "La multinazionale delle vittime", realizzato dalla trasmissione Falò della Televisione svizzera italiana. Lo ha dichiarato l’autorità indipendente di ricordo in materia radiotelevisiva (AIRR), il massimo organo svizzero di vigilanza in materia di programmi a livello nazionale. L’istituzione, presieduta da Roger Blum, ha respinto un ricorso presentato contro la trasmissione dedicata al processo Eternit. L’accusa a carico della redazione di Falò era quella di aver diffuso uno speciale "manipolatorio" con «errori e omissioni di fatti importanti». «Il tema trattato nel servizio – secondo il ricorrente – è stato esaminato esclusivamente dal punto di vista delle vittime dell’amianto. Il pubblico non ha quindi potuto formarsi una sua opinione. La questione riguarda in particolare il fatto di sapere chi è responsabile della morte e della malattia di centinaia di lavoratori nell’ambito della lavorazione dell’amianto».
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Una serie di critiche che l’autorità indipendente ha smontato progressivamente fino alla decisione finale di considerare il ricorso infondato con una chiara motivazione: «Il documentario è stato trattato nell’ambito del giornalismo impegnato / d’inchiesta, il quale ha esaminato il tema della lavorazione dell’amianto dal punto di vista delle vittime. Il pubblico era quindi del tutto consapevole che il servizio avrebbe avuto questo taglio specifico prevalentemente unilaterale. Questa scelta è stata chiaramente preannunciata sin dall’inizio della trasmissione e poi ribadita alla conclusione del programma. Punti di vista personali e manifestazioni di opinioni erano riconoscibili come tali. Inoltre è stato comunicato, prima e dopo il documentario, che il processo penale era in corso, che la difesa avrebbe parlato a fine mese, che i dibattimenti non erano ancora conclusi e che una sentenza non era stata pronunciata. La presunzione d’innocenza a favore degli accusati nel processo di Torino è stata rispettata. L’AIRR ritiene infatti carenze per quanto riguarda la responsabilità non verbale. Ciononostante, l’impressione generale del pubblico non è stata modificata in modo significativa. Sulla base di fatti e opinioni personali diffusi in modo trasparente, il documentario non ha violato il principio di oggettività, malgrado il suo taglio specifico prevalentemente unilaterale».
L’AIRR ha respinto dunque il ricorso con 7 voti contro 1. La decisione non è ancora entrata in vigore e potrà essere impugnata davanti al Tribunale federale.
Guarda il servizio di Falò: "La multinazionale delle vittime"
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