
Hashke e Gerosa, da consulenti a corruttori
Sono i due intermediari le figure chiave dell'inchiesta Finmeccanica. Attraverso di loro Orsi e Spagnolini sarebbero riusciti ad ottenere una gara "tagliata su misura" per la società italiana
Sono le dichiarazioni a verbale di Guido Hashke quelle che inchioderebbero Giuseppe Orsi, all’epoca dei fatti contestati amministratore delegato di Agusta Westland Holding, e Bruno Spagnolini in quel periodo a capo della Agusta Westland spa. Secondo quanto riferisce uno dei due intermediatori con l’India (l’altro è Carlo Gerosa, entrambi arrestati stamane) nel corso degli interrogatori da parte della Procura di Busto Arsizio, Orsi e Spagnolini erano informati in merito al rapporto privilegiato che Haschke intratteneva con la famiglia Tyagi (imprenditori indiani molto vicini all’esercito) e in particolare con Sashi Tyagi, Capo di Stato Maggiore dell’aviazione indiana dal 2004 al 2007. Il mediatore, infatti, sarebbe riuscito ad ottenere una gara per la fornitura dei 12 elicotteri al governo indiano tagliata su misura per Agusta Westland facendo addirittura abbassare la quota massima raggiungibile dagli elicotteri da 18 mila a 15 mila piedi d’altezza, un prerequisito che se non fosse stato modificato avrebbe escluso la società italiana dalla partecipazione alla gara.

Proprio ai Tyagi, secondo quanto riferisce lo stesso Hashke, sarebbero finiti i 28 milioni di euro che tranistavano dalla Ids India e la Ids Tunisia attraverso pagamenti da centinaia di migliaia di euro ogni volta tra il 2007 e il 2012. I contratti posti in essere con le due società vengono descritti dal consulente italo-americano come contratti di ingegneria tesi a giustificare le somme percepite a pagamento dell’intermediazione attraverso quella che era una scatola vuota per un valore pari al 5% del valore complessivo della commessa e di cui solo l’1,5% serviva per coprire i costi di tale copertura mentre il rimanente rappresentava il compenso per Hashke e Gerosa da una parte e gli indiani dall’altra. A queste dichiarazioni gli inquirenti forniscono numerosi riscontri e intercettazioni nelle quali Hashke e Gerosa, già interrogati diverse volte dalla Procura di Napoli, arrivano a simulare le domande di un eventuale giudice e le risposte da dare per evitare di far scoprire dove sono finiti i soldi, che probabilmente hanno preso il volo verso Mauritius tramite qualche fiduciaria come rivelano i due durante le intercettazioni.
La testimonianza di Hashke è corrispondente a quelle rilasciate da diversi esponenti del gruppo Finmeccanica come, ad esempio dall’amministratore di Ansaldo Energia Luciano Zampini, che conosce Hashke da tempo e col quale scambia numerose confidenze e quella di Borgogni, che ha dato il via alle indagini. Hashke ha un ruolo chiave in tutta la vicenda, ruolo che sia Orsi che Spagnolini negano in più occasioni, ma i contratti di consulenza iniziali e quelli con la Ids stipulati da Agusta Westland esistono e sono stati ritrovati a casa della madre di Hashke, in Svizzera, nascosti sotto un letto. L’intermediatore, inoltre, conferma che in un occasione Spagnolini incontra Tyagi e che a quell’incontro avrebbe dovuto partecipare anche Orsi il quale, a causa del mancato rinnovo del visto per l’India, deve declinare all’ultimo momento. Secondo il giudice per le indagini preliminari, dunque, esistono dei gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati con numerose conferme. Gli indizi, il pericolo di inquinamento delle prove (Orsi avrebbe provato a cercare contatti in magistratura e tra i giornalisti, ndr) e il pericolo di fuga di Hashke e Gerosa hanno portato agli arresti di questa mattina.
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