“Billy The Kid” al Lions Club di Gallarate-Seprio
Giovedì 21, alle ore 20, al ristorante “Le Querce” di Casorate Sempione si parla di Aaron Copland con Davide Ielmini, giornalista e critico musicale. Settant’anni fa nasceva “Fanfare for the Common Man”, uno fra i brani più famosi del compositore statunitense
Il mese di marzo è da sempre dedicato, dal Lions Club Gallarate-Seprio (presidente Valerio Puricelli; cerimoniere Antonio Aliverti), alla musica. Al jazz, in particolar modo, ma anche a tutte quelle espressioni artistiche che al linguaggio afro-americano hanno guardato con maggiore interesse.
Giovedì 21, alle ore 20, al ristorante “Le Querce” di Casorate Sempione (in via Ronchetto), il Lions Club Gallarate-Seprio organizza, grazie anche alla sensibilità del socio consigliere Mario Braga, un incontro con Davide Ielmini (foto), giornalista e critico musicale varesino che da anni si dedica all’approfondimento dei rapporti – non sempre evidenti – tra musica e società nel tentativo di mettere in luce quel filo rosso che porta il semplice ascoltatore ad essere anche consumatore. Tesi che ritroviamo nel libro di Davide Ielmini pubblicato per il Centro Scientifico Editore di Torino con il professore Boris Luban Plozza: “La forza che guarisce. Musica, psiche e società”.
La serata, dai toni prettamente divulgativi – secondo la tradizione del Lions Club Gallarate Seprio – presenterà alcuni esempi musicali che sono da considerarsi cruciali nello sviluppo della grandezza formale di Copland.
Un problema, quello della connessione tra pubblico e musica contemporanea, al quale proprio Aaron Copland (nato a Brooklyn nel 1900 e morto a Sleepy Hollow nel 1990) ha cercato di dare una soluzione artistica con quella “imposed simplicity” (semplicità imposta) che caratterizzerà alcune fra le sue composizioni più importanti. Il legame tra Copland e il jazz, inoltre, è degno di attenzione perché rivela quanto la musica americana – della quale l’artista statunitense è uno fra i padri fondatori – abbia saputo imporre al mondo una sua matrice sonora inconfondibile e “popolare”. Caratteristiche che non mancano, ancora oggi, di affascinare pubblici completamente diversi fra loro per gusto e preparazione.
Settant’anni fa, nel 1942, Aaron Copland scriveva la “Fanfare for The Common Man” per la stagione concertistica 1942/43 della Cincinnati Symphony Orchesta. Da allora, la “fanfara per l’Uomo Comune” è uno fra i lavori più popolari ed eseguiti della musica statunitense del Novecento. Grazie anche alla versione jazz di Woody Hermann e a quelle, rock-progressive e rock-blues degli Emerson Lake e Palmer e dei Rolling Stones.
Davide Ielmini, classe 1970, è laureato in Scienze Politiche all’Università degli Studi di Milano con una tesi in sociologia della musica, Sociologia della cultura e cultura di massa. Pianista e critico musicale, ha pubblicato libri e saggi con Zecchini Editore, Macchione Editore, Lampi di Stampa, Il Faro. Ha tenuto seminari in cultura di massa al Conservatorio di Como, é stato intervistato dall’Università Cattolica di Milano sui legami tra musica e società ed una sua intervista a Ennio Morricone è tra i testi consigliati per il corso di musica contemporanea alla facoltà di Lettere e Filosofia del polo Universitario di Imperia. È tra i quattro critici musicali italiani, su venti collaboratori statunitensi ed europei, presenti in EuroJazzLand (libro pubblicato negli Stati Uniti dalla NorthEastern University Press) con un saggio dedicato a Giorgio Gaslini.
Pochi giorni fa è stato presentato all’Open Jazz Festival di Ivrea il libro “Massimo Barbiero. Sisifo: la fatica della ricerca” nel quale Ielmini è presente con un saggio riguardante l’ensemble di percussioni Odwalla. Ha scritto per il dorso Lombardia – Spettacoli e Cultura – del Corriere della Sera, per il Corriere del Ticino, La Prealpina. Attualmente collabora con la Provincia di Varese, Varesenews, Varese7Press e Jazz it.
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