Bersani si è dimesso dopo voto negativo per Prodi

Costa cara la giornata di oggi ai vertici del Pd. Bersani e la Bindi si sono dimessi dopo il quarto voto a vuoto per il Quirinale.
La giornata era stata pesante. Impallinato dai franchi tiratori, in una misura francamente inaspettata, Romano Prodi non ha raggiunto il quorum di 504 voti, per essere eletto, a maggioranza semplice, presidente della repubblica italiana. Il centrodestra non ha partecipato al voto. Il risultato della quarta votazione, la prima in cui il quorum era a 504 voti, è stato questo: Prodi 395 (-101 rispetto a quelli in teoria disponibili nel proprio schieramento ), Rodotà 213 (+51), Cancellieri 78 (+9).

Sulla carta Prodi doveva avere 496 voti. Ora il Pd deve capire che cosa fare, perché il nome di Prodi era stato indicato nell’assemblea dei parlamentari, in teoria, proprio per compattare il partito e gli alleati di Sel, che pure avevano dichiarato di votare il nome dell’ex presidente del consiglio. Ma le cose non sono andate così. Il nome di Marini, gradito a Berlusconi, è stato bruciato nelle prime due votazioni, quello di Prodi nella quarta.
I dissidenti hanno votato soprattutto Rodotà, il professore che il Movimento 5 Stelle sta sostenendo corerentemente fin dalla prima votazione. Mentre Scelta Civica aveva scelto di votare Anna Maria Cancellieri, il ministro dell’interno, perché in dissenso con una scelta troppo di parte del Pd. Secondo Renato Brunetta, capogruppo alla camera del Pdl: «Ora si può tornare a Franco Marini». I deputati del centrodestra avevano accolto con durezza la scelta di votare Prodi, e anche fuori da Montecitorio alcuni sostenitori avevano manifestato. Tra i manifestanti, anche l’estrema destra di Casapound.
 
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